“L’epoca delle presidenze silenziose è terminata”. Così monsieur Franck Louvrier, capo ufficio stampa dell’Eliseo subito dopo l’elezione di Nicolas Sarkozy. Anche grazie alla guida di due abilissimi spin doctor e consulenti, Henry Guaino e Jacques Séguela, “Sarkò” impresse infatti una vera e propria svolta rivoluzionaria nella politica francese e nel rapporto tra la presidenza e la stampa e tra la presidenza e l’elettorato.
Avvalendosi di uno stile informale basato moltissimo sull’uso della sua immagine privata e familiare, dei nuovi strumenti offerti dal web (in questo fu altrettanto abile e pionieristica l’ avversaria Ségolène Royal*) e scegliendo un rapporto sempre più diretto e frequente con i media, Sarzozy ridusse le distanze tra se e i francesi, “svecchiando” non soltanto l’idea della “droit” ma più in generale una politica fino a quel momento estremamente rigida e austera, in cui i media storici (TV e giornali cartacei) giocavano un ruolo di primo piano e i presidenti consideravano “le parole rarefatte essenza del potere” (Chirac).
Significativa, a questo proposito, una considerazione della giornalista Lina Sotis, che sul “Corriere della Sera” (7 gennaio 2008) scrisse: “Ma Sarkozy non era di destra? Con felpa, fidanzata, pupo di lei in spalla incarna il tipico sessantottino al caviale. Potenza di Carla o strategia politica?”. Mentre per il giornalista e politologo francese Laurent Joffrin, Sarkozy ha “polverizzato il presidente istituzionale; incarna una democrazia dell’individuo contornata dalla società dello spettacolo”.
*Royal si avvalse soprattutto dei blog, tanto da far parlare di “ségosphère”
Riferimenti bibliografici: “Lo spin doctoring: strategie di comunicazione politica” (Paola Stringa)