Il Comune di Stazzema ed il Comune di Marzabotto si sono costituiti parte civile nel procedimento contro il Sindaco di Affile, in provincia di Roma, e la sua Giunta per la costruzione di un Mausoleo poi intitolato al Maresciallo Graziani. Il procedimento si aprirà il giorno 21 settembre presso il Tribunale di Tivoli e i due comuni medaglie d’oro al valor militare saranno parte in causa nel procedimento assieme all’Anpi Nazionale che ha a sua volta denunciato il Sindaco e la Giunta di Affile . Nell’agosto 2012 destò scalpore la notizia che la Regione Lazio aveva destinato 180mila euro per la realizzazione nella cittadina di Affile del Parco di Radimonte in cui venne realizzato un mausoleo/monumento che doveva essere inizialmente un “monumento al soldato”, poi intitolato dalla Amministrazione di Affile con delibera della giunta comunale del 21 luglio 2012 al Gen. Rodolfo Graziani, organizzando successivamente in data 11 agosto 2012 una pubblica manifestazione per inaugurare il monumento. L’obiettivo della Giunta di Affile era celebrare “l’illustre cittadino Rodolfo Graziani” che viene ricordato anche sul sito istituzionale con parole di encomio, definendolo “figura tra le più amate e più criticate”, che avrebbe indirizzato “ogni suo agire al bene per la Patria attraverso l’inflessibile rigore morale e la puntigliosa fedeltà al dovere di soldato che lo contraddistinsero dall’appartenere alla schiera degli ignobili o alla nutrita categoria dei tanti che perseguirono solo la logica dell’interesse personale” senza accenno alcuno alle stragi di civili, alle torture, ai crimini di cui si rese colpevole come generale dell’esercito fascista e poi dell’esercito della RSI. L’Onu inserì Graziani nella lista dei criminali di guerra, per l’uso di gas tossici e bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa su richiesta dell’Etiopia.
“La pace e la giustizia nel mondo passano in primo luogo della memoria”, commentano i sindaci di Stazzema e Marzabotto, Maurizio Verona e Romano Franchi, “che costituisce un dovere per ogni cittadino, ma in particolare per i rappresentanti di quelle comunità che hanno pagato un così alto tributo alla libertà, riconquistata con un tributo di vittime civili inermi e il sacrificio di tanti giovani nella lotta partigiana. I civili furono massacrati in un preciso disegno di distruzione dalle truppe nazifasciste di cui Graziani era un autorevole rappresentante per i ruoli di comando all’interno dell’esercito fascista in Africa e poi nella RSI dove fu ministro delle Forze Armate e firmò il bando per chiamare alle armi le classi dal 1922 al 1924 che prevedeva per i disertori e i renitenti la pena di morte “mediante la fucilazione nel petto”.
“L’intitolazione di un edificio al Maresciallo Graziani”, continuano i due sindaci, “è ancor più odiosa perché costruito con risorse pubbliche distratte ai servizi essenziali alla sanità, all’istruzione, alle infrastrutture per finanziare la memoria di un criminale di guerra che fu un protagonista del fascismo, fece costruire i campi di concentramento in Libia, usò i gas in Etiopia, firmò il manifesto della razza e costrinse i giovani alla leva in una guerra ormai perduta. Molti di questi ragazzi preferirono i monti e l’adesione alla Resistenza. Le nostre comunità ci chiedono giustizia dell’oltraggio che il Comune di Affile ha fatto alla memoria del nostro Paese. Ogni giorno”, concludono i sindaci di Stazzema e Marzabotto, Maurizio Verona e Romano Franchi, “nelle nostre strutture parliamo di pace, legalità, diritti per formare cittadini consapevoli e non numeri di una folla urlante. Porteremo in aula la voce delle nostre Comunità in rappresentanza di tutte le comunità martiri del fascismo. Risulta assurdo ancora oggi dover ricordare gli orrori del fascismo che non fu una dittatura bonaria, ma ebbe eguali responsabilità nel nazismo per lo scoppio della Seconda Guerra mondiale: la dimenticanza, l’oblio sono il peggiore dei mali perché ci fanno chiudere gli occhi sulle tragedie di oggi che sono le stesse di allora alla cui base ci sono ancora l’ingiustizia e la guerra”.