Oltre la suggestione per le piazze colorate, la severità dei numeri racconta di qualche migliaio di manifestanti su una popolazione residente di circa 61 milioni di persone. Ma c’è di più; ad oggi, le “sardine” non hanno ancora una vera e propria linea programmatica e di indirizzo, non hanno una struttura organizzativa compiuta e non possono contare su figure di riferimento forti, come era ed è ad esempio Grillo per il M5S.
Una certa ostilità al PD e a IV interviene inoltre a complicare le cose, qualora il movimento nato a Bologna decidesse di prendere parte alle elezioni: con chi allearsi? Cosa fare della propria (eventuale) dote elettorale? Un interrogativo non da poco, un’incognita che potrebbe trasformare le “sardine” in un problema in più per il centro-sinistra, invece di essere un suo valore aggiunto.
Se quindi da un lato la sinistra fa bene a esultare per questa nuova ondata di vitalità spontaneista che sfida a viso aperto Salvini, dall’altro non può che interrogarsi su un fenomeno chiamato a decidere, e al più presto, cosa vorrà fare da grande, per non finire “giù per terra” come accade ai girotondini di morettiana memoria.