Uno degli aspetti della “disinformazione”, intesa anche come vettore della propaganda (“nera” o “grigia”*), è il “simbolico”: “perché il contenuto della disinformazione corrisponde sempre a delle aspettative del destinatario […] sia questi rappresentato dall’opinione pubblica ovvero, nel caso di intossicazione**, da un avversario ben definito, così come alle categorie esistenziali ed ai valori che l’obiettivo esprime e sui quali l’effetto disinformativo fa leva per ottenere gli effetti voluti”
Colpire la sfera emotiva del target, in buona sostanza, dicendo al target ciò che vuole sentire, mostrando al target ciò che vuole vedere o, almeno, dandogliene l’impressione e l’illusione. L’approccio del ministro del’ Interno al caso Sea Watch, e più in generale al tema immigrazione, concede, al di là di ogni giudizio morale e politico a riguardo, ampi margini all’elemento “simbolico”; Salvini individua cioè un target di elettorato e gli offre “in pasto” un atteggiamento muscolare contro l’Altro-immigrato-diverso, nonostante la presenza di un flusso ininterrotto (ma lontano dall’attenzione pubblica e mediatica) di arrivi dalle coste africane.
*la propaganda “nera” è quella che veicola informazioni totalmente false, mentre la propaganda “grigia” veicola informazioni parzialmente false
**operazione psicologica di condizionamento per interferire nei processi conoscitivi e decisionali. E’ un termine usato soprattutto nell’ambito dei servizi di intelligence
Riferimenti bibliografici “Disinformazione e manipolazione delle percezioni. Una nuova minaccia al sistema-paese” (a cura di Luigi Sergio Germani)