Mentre a Massa Carrara dal nuovo documento di area vasta “scompaiono” i distretti di Marina di Massa e di Avenza, il NOA ha già messo in evidenza tante criticità, le liste e i tempi di attesa per le prestazioni si allungano, il personale sanitario è in difficoltà e i cittadini/pazienti/utenti non ottengono la piena esigibilità del diritto alla salute, a Firenze la Regione Toscana (leggi il PD) col Ministero della Sanità stanno preparando una sorta di Leopolda sulla sanità sul tema: “PRENDERSI CURA DELLA SANITÀ PER CURARE TUTTI & INVESTIRE NELLA SALUTE PER CREARE RICCHEZZA” .
Investire soldi pubblici o privati? Creare ricchezza perché? Per chi? A queste domande è difficile rispondere, se non si analizza a fondo il parterre e i contenuti del convegno. Case farmaceutiche, prodotti biomedicali, soprattutto Società Fornitrici di Servizi socio sanitari, grandi gruppi cooperativi, assicurazioni e mutue private si preparano all’assalto finale.
Il tema del convegno tradotto nel linguaggio dalla parte degli utenti e degli operatori a stretto contatto con il pubblico significa che la sostenibilità è finita, perché sono finite le risorse, gli unici cui rivolgersi sono i privati, quindi basta chiamarli “opportunità” e il giochino è fatto.
Del resto le politiche di progressiva esternalizzazione e privatizzazione del sistema sanitario non sono mai cessate.
Abbiamo una Sanità che ha fatto diventare gli ospedali pubblici uguali a quelli privati convenzionati: entrambi funzionano con il meccanismo dei rimborsi.
Abbiamo costruito un sistema in cui fare prestazioni significa ottenere più rimborsi, un sistema che non promuove la salute ma la medicalizzazione. Ora decidono che queste prestazioni vanno limitate. I Drg (Diagnosis related groups) dovevano servire a capire quante persone in una determinata area sono affette da una patologia, invece vengono usati come moneta di rimborso.
E lo Stato italiano paga le prestazioni molto più di quanto costano in realtà. Poi c’è il dato della Toscana: la Toscana, ad esempio -con la scusa dei costi, ha aggiunto il balzello di 10 € per le prestazioni radiologiche e allungato i tempi di attesa col risultato di rendere molto più convenienti – rispetto al ticket – le prestazioni erogate dal privato-privato (ovvero non convenzionato). Con questo ha espulso una discreta fetta di popolazione dal settore pubblico della diagnostica e della specialistica, consegnandola al settore privato.
Poi ha costruito mega-ospedali e dato vita a eserciti unificati e ingestibili di dipendenti e a una pletora di dirigenti e apicali sempre più irraggiungibili ed eterei. Il livello delle prestazioni e la qualità, è ancora tutto da dimostrare. Per ora ci sono Pronto Soccorsi intasati, età media dei ricoveri e dei richiedenti prestazioni sempre più alta, file chilometriche ai CUP, tempi di visita e delle prestazioni sempre più dilatati, Case della Salute in stand-by, medici di base sempre più conflittuali con il sistema pubblico, personale infermieristico sempre più in affanno, nessun turn-over, nessuna nuova assunzione, operatori socio sanitari stressati e super sfruttati (con rapporti di assistenza di uno a 16/20 pazienti a testa ad esempio).
Insomma tutto torna con il disegno iniziale; togliere i fondi (che invece ci sono e ci sarebbero), spendere male quelli a disposizione, assicurarsi che le cose NON funzionino, fare arrabbiare la gente, consegnare il servizio sanitario al capitale privato, assicurazioni comprese.
Occorre una grande mobilitazione popolare e politica contro questo “disegno” e ci vorrebbero dei Sindaci al fianco dei loro cittadini. Ma forse questo è chiedere troppo!