Proseguono le nostre interviste riservate agli esponenti locali in merito al prossimo Referdum abrogativo del 17 Aprile sulle trivellazioni. Oggi è la volta della tenace Milene Mucci ,gia’ in direzione regionale PD Toscana,uscita dal Pd a luglio e ora attiva nella nostra provincia sul fronte dell’impegno civico e e iscritta a “Possibile” il neonato partito fondato da Pippo Civati.
Ci può spiegare in cosa consiste il referendum sulle trivellazioni?
Il referendum contro le trivellazioni che si terra’ il 17 aprile e’ promosso da nove consigli regionali, appoggiati da numerosi movimenti e associazioni ambientaliste tra cui il coordinamento NO Triv.
Cosa vuole modificare il referendum?
Nel quesito si chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”
La domanda riguarda,quindi, SOLO la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e NON le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri),come la maggior parte di quelle esistenti . NON sono interessate dal referendum,quindi, le 106 piattaforme petrolifere gia’ esistenti sul mare italiano per estrarre petrolio e metano,nonostante questo non sia spesso precisato. Se vincerà il SI, sarà abrogato l’articolo 6 del codice dell’ambiente , dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente ,quindi senza una data certa. La vittoria del SI bloccherà le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti,quindi quelle zone vicino alle nostre coste.
Raggiungere il quorum della partecipazione prevista (il 50 % degli aventi diritto ,come previsto dall’art 75 della Costituzione Italiana)è fondamentale perché solo in questo modo il risultato del referendum sarà valido.
Favorevole al sì o al no? Perché?
Io ,ovviamente, sono decisamente per il SI il 17 aprile. Gia’ nell’estate scorsa con Possibile abbiamo raccolto oltre 300000 firme,ed era piena estate,promuovendo fra gli otto quesiti referendari di allora due contro le trivellazioni. Portando a termine quell’impegno ora si deve abolire la norma che consente alle societa’ petrolifere di sondare i nostri mari ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste italiane senza limiti di tempo.Nonostante,infatti,le societa’ petrolifere non possano piu’ richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre entro le 12 miglia,quelle in corso non avrebbero piu scadenza certa. Per tutelare quindi definitivamente i nostri mari dalle attivita’ petrolifere occorre quindi votare “SI”. In questo modo si andrebbe a scadenza “naturale “per quelle in essere e ,comunque,sempre con la dovuta gradualità’. Ricordiamo anche che chi oggi e’ al Governo aveva,invece, in programma di incentivare le energie rinnovabili rendendo autonomo questo paese dal punto di vista dell’energia. Si insiste invece con le energie fossili portando avanti un modello vecchio e dannoso che non porta beneficio alcuno al Paese.Le stime infatti dicono che tutto il petrolio esistente nei fondali del mare italiano besterebbe a coprire solo sette settimane di fabbisogno energetico e quelle di gas neanche 6 mesi.le ultime vicende politiche,inoltre,hanno portato alla luce quanto la politica tenga particolarmente a cuore certe compagnie petrolifere!Compagnie che ,e’ bene si sappia,sono libere di vendere al libero mercato estero la quasi totalita’ del prodotto estratto con un beneficio sul mercato interno pressoche’ inesistente.
Secondo lei i cittadini italiani quanto sono informati sul referendum?
Purtroppo ancora molti italiani non sanno che si votera’ il 17 aprile e manca pochissimo ormai per poter informare quanti piu’ possibile.I media certo non hanno aiutato con l’aggiunta del partito di Governo,il PD,che alla faccia della partecipazione democratica e della importanza della espressione del voto ha espresso la propria posizione sostenendo l’assurdita’ della astensione.Una decisione questa che arriva ultima di una politica sconcertante e con un referendum chiesto e voluto da stesse regioni a guida PD. Il tutto con la penosa decisione di una consultazione elettorale non accorpata alle elezioni amministrative in un election day che avrebbe fatto risparmiare a tutti noi oltre 300 milioni di euro.
Perché gli italiani dovrebbero votare sì o no al referendum?
SONO MOLTISSIMI ,quindi,i motivi per cui tutti dobbiamo andare a votare il 17 aprile e votare SI. I mari sono nostri come nostri i fondali ed e’ giusto che noi come cittadini si decida quale sviluppo avere per il nostro territorio.Ad oggi la comprensione che Paesaggio,Ambiente e Salute siano anche motore economico importante deve essere sempre piu’ diffusa.
In Italia potremmo vivere solo di questo se adeguatamente percepito ed incentivato.
Bellezza ed Ambiente sono il nostro petrolio nonche’ il carburante per una Italia ricca e sostenibile. C’e’ poi ,per noi che viviamo all’ombra delle Apuane, una ulteriore riflessione da fare .Come lo sono i nostri mari anche i monti sono “nostri”,nostri come il marmo che ne viene estratto. Marmo che e’ bene comune e che deve essere ricchezza e valore in un territorio che non puo’ essere piu’ in molti casi ulteriormente depredato e snaturato.Insomma..questo referendum porta per noi con se’ anche l’importante riflessione sui Beni Comuni. Quelli indisponibili per la nostra Vita. Che siano oggi il mare e le nostre coste,l’acqua o domani e oggi i nostri monti. Quindi il 17 aprile andiamo a votare e votiamo SI. SI alla possibilita’ di salute e sostenibilita’ di uno dei mari piu’ delicati perche’ chiuso e piu’ belli perche’ ricco delle nostre splendide coste.
Meritiamoci tutta questa Bellezza e votiamo SI.
Facciamo un regalo a noi ed ai nostri figli che ai petrolieri ed ai loro affari, come abbiamo visto, ci pensano gia’altri” ,in alto….e molto bene.