Ci sono 8 sindaci in Provincia di Massa-Carrara che in qualità di rappresentanti delle istituzioni hanno deciso di firmare l’appello per il sì nel referendum costituzionale confermativo in programma questo autunno e presente sul sito del Pd toscano. Alessandro Volpi (Massa), Angelo Zubbani (Carrara), Camilla Bianchi (Fosdinovo), Cesare Leri (Comano), Claudio Novoa (Mulazzo), Riccardo Varese (Podenzana), Carletto Mazzoni (Bagnone) e Enzo Manenti (Licciana Nardi). Quasi tutti del PD, ma qualche dissenso c’è se è vero che mancano le firme dei sindaci di Montignoso e Fivizzano. Fanno compagnia ad altri 175 sindaci toscani che mediaticamente il Pd sta usando per farne una campagna.
Il comitato provinciale per il no è sconcertato da questa scelta di parte che non deriva da singole posizioni, perché ogni persona è libera a livello individuale di avere le proprie idee ed esprimerle, anche sul referendum costituzionale. Altra cosa è farlo in qualità di Sindaco di una comunità, utilizzando il proprio ruolo istituzionale per fini propagandistici e politici.
E’ lecito avere opinioni diverse sui temi della democrazia parlamentare, del rapporto fra l’esecutivo ed il Parlamento e fra il governo centrale e le autonomie locali, sui limiti del bicameralismo perfetto, ma quando si approva una riforma delle istituzioni bisogna spiegare ai cittadini quali sono gli effetti reali, invece di mascherarli. Ma non solo. Il “sindaco”, anche se eletto nelle liste di una parte politica, ha il dovere di rappresentare e tutelare i diritti di tutti i cittadini.. Il Sindaco, se vuole rappresentare veramente e in modo costituzionalmente corretto l’istituzione Comune, ha senz’altro il diritto di esprimere le proprie idee ma non parlando a nome dell’istituzione. Ricordiamo a questi sindaci dalla memoria corta che essi hanno giurato sulla Costituzione, di essere “fedeli” ad essa e non a quella ipotetica e pasticciata che il premier – segretario sta cercando di imporre al Paese.
Entrando nel merito dell’appello, dai toni vagamente patriottismi, viene da chiedersi se i sindaci firmatari hanno capito che la riforma dal punto di vista delle valenze territoriali schiaccia le autonomie locali, riportando nella competenza esclusiva dello Stato materie di specifico interesse regionale come, ad esempio, il governo del territorio o la sanità? Hanno capito che la riforma costituzionale proposta renderebbe strutturale la supremazia decisionale del Governo, con il rischio di allargare ulteriormente il divario tra le reali esigenze delle Regioni e gli interessi dello Stato, spesso legati a motivazioni lontane dal bene delle comunità periferiche (Taranto e Basilicata insegnano)?
Non possono non aver capito che ben oltre l’espropriazione di competenze alle Regioni, la riforma introduce anche una “clausola vampiro”, che consente al Governo di intervenire nelle materie riservate alle Regioni, quando lo richieda “la tutela dell’interesse nazionale”, cioè ogni volta che il Governo lo voglia.
Crediamo che la posta in gioco richieda da parte di tutti uno sforzo di serietà, a cominciare da quei sindaci, e ci sono, che pur figurando tra i firmatari del manifesto non lo condividono e non condividono tutti i contenuti della riforma. Misteriosamente alcuni di loro, che sappiamo orientati per il NO, sono nella lista. Come pure ce ne sono altri, anch’essi PD, che non hanno sottoscritto il manifesto, oppure altri ancora, consigliere provinciali, ex consiglieri provinciali e tutti insieme componenti dell’assemblea dei sindaci, il terzo organo istituzionale delle attuali province, che sostengono l’abolizione delle province. La nostra impressione è che il caos regni sovrano nella casa del SI e che tutto vada bene per provare a portare fieno in cascina.
Il comitato su tutto questo invia una lettera ai sindaci e, in copia, al Prefetto
Di seguito il link del Pd toscano dove è pubblicato appello ed elenco sindaci