Essendo stata, in pratica, una delle prime manifestazioni dell’intelligenza umana, l’astronomia è entrata prepotentemente nella cultura umana, dalla più spicciola alle forme più elevate. In particolare anche nel linguaggio molti termini o concetti che usiamo comunemente sono di origine astronomica (ad esempio disastro, opposizione, asterisco, rivoluzione, gioviale, influenza, come pure i nomi di alcuni prodotti, dei giorni della settimana, molti nomi propri di persone o località). Ci sono poi numerosi proverbi o modi di dire di origine astronomica, il più celebre dei quali è probabilmente “S. Lucia, la notte più lunga che ci sia”, cui si dedicherà un’attenzione speciale,vista la prossimità della data. L’incontro sarà quindi un curiosare dietro l’origine di queste parole, scoprendo per strada interessantissimi aspetti dell’astronomia vera e propria.
L’appuntamento al planetario si articola, come consueto, in tre parti. Dopo lo svolgimento del “tema” della serata, si avrà poi una simulazione, sotto la cupola del planetario, dei movimenti del cielo e delle principali costellazioni visibili in questo periodo; con, meteorologia permettendo, uno spazio dedicato all’osservazione diretta all’aperto (grazie anche a telescopi) dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo (che ospita anche lo sciame meteorico delle Geminidi). Data la capienza limitata dei locali, si suggerisce la segnalazione della propria partecipazione, via sms o segreteria telefonica (333/1731533), o tramite la mail del planetario stesso: planetario@comune.carrara.ms.it
Nell’immagine: la ricorrenza di Santa Lucia come momento/sinonimo di festa della luce, legata alla “rinascita” del Sole nei giorni attorno al Solstizio d’inverno, è una tradizione antichissima, che sopravvive forte nei paesi scandinavi (ma anche nel nord Italia, dove, ad esempio nel bergamasco, la santa siracusana ha anche la funzione di portatrice dei doni ai bambini, mutuando il ruolo di Gesù Bambino, Babbo Natale o della nostra Pefana – con cui S. Lucia ha in comune un asinello che la aiuta nella consegna notturna dei doni ed anche l’usanza, sopravvissuta nelle campagne massesi fino a non molto tempo fa, di lasciare – da parte dei bambini – un poco di paglia e fascine fuori della porta di ciascuna casa, affinché l’animale e la santa possano riscaldarsi o nutrirsi) . Un evidente esempio di sincretismo culturale che arriva far si che il canto che accompagna tradizionalmente la sfilata delle ragazze che impersonano Santa Lucia nel folklore svedese, è proprio il canto popolare napoletano “Santa Lucia”, ovviamente tradotto ed adattato in svedese. Succede così che da Napoli vengono due dei canti popolari più noti del periodo decembrino: “Tu scendi dalle stelle” (Italia) e “Santa Lucia” (paesi scandinavi).