La riforma delle Autorità portuali non cambia la priorità per lo scalo apuano. E sugli accorpamenti, perché non farne uno in più, lasciando una sola Autority toscana e una ligure? Se n’è parlato questa mattina al convegno organizzato da Fit-Cisl Massa-Carrara, di cui troverete il comunicato stampa qui di seguito.
La riforma delle autorità portuali che accorpa Marina di Carrara con La Spezia non cambia le priorità per il porto toscano: realizzare i 74 milioni di euro di investimenti, promessi dalle istituzioni, locali e regionali, per fare di Marina di Carrara un ‘gate’ commerciale e logistico funzionale all’economia del territorio. E le autorità tra Toscana e Liguria possono essere anche due soltanto, una per regione, invece delle tre previste dalla riforma.
Sono le indicazioni emerse da un convegno organizzato stamani nella sala congressi dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara dalla Fit-Cisl con l’obiettivo di rilanciare le attività portuali e le infrastrutture ed a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni e dell’economia del territorio.
Ad aprire i lavori è stato il segretario della Fit-Cisl di Massa Carrara, Luca Mannini, secondo il quale “aver accorpato Marina di Carrara con la Spezia, quest’ultima sede di autorità, non ci deve scoraggiare ma esaltare le potenzialità e specificità del territorio e rilanciare gli impegni assunti sugli investimenti, così come previsto dal Protocollo d’Intesa del maggio 2015 e nell’Intesa Preliminare sul rinnovo del Piano Regolatore dei Porti, fermo a quello del 1981, e che coinvolge la Regione Toscana e tutte le istituzioni di Massa Carrara. Bisogna passare dagli impegni alla realizzazione, reperendo i 74 milioni di euro di investimenti previsti, di cui 8 per le bonifiche, 35 per la logistica portuale, 18 per per la rete ferroviaria interna all’area apuana e 13 per la mitigazione del rischio idrogeologico.”
Investimenti preziosi anche per aiutare la provincia di Massa Carrara e la Toscana tutta ad uscire dalla crisi in cui ancora è immersa, come dimostrano i dati illustrati dal segretario Cisl Toscana Nord Andrea Figaia: le merci transitate nel porto di Marina di Carrara sono passate dai 3,6 milioni di tonnellate del 2009 ai circa 2,9 milioni del 2014 (-20%), la dinamica degli imbarchi calata del 25% dal 2009 al 2014, mentre si registra una nota positiva solo per quanto riguarda gli sbarchi passati dal 10 al 18%. Nel territorio di Massa Carrara si registrano segnali negativi anche nell’occupazione: nel 2014 –4% di imprese, -9% di occupati, -10,9 % di ore lavorate. “Per questo – ha detto Figaia – bisogna partire subito con gli investimenti per fondali di almeno 12 metri, che consentano di intercettare la domanda non solo industriale, merci e logistica ma anche quella delle navi da crociera.”
Del riordino delle Autorità portuali ha parlato il segretario della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, segnalando come note negative la soppressione dei comitati portuali e l’inquadramento del personale sotto il pubblico impiego, “ricreando quell’ambiguità contrattuale che non favorisce la chiarezza e la natura delle attività svolte.”
A proposito dell’accorpamento fra Marina di Carrara e La Spezia, Boni ha invitato “le istituzioni locali ed in particolare gli onorevoli presenti, a valutare tutte le iniziative necessarie, affinché nei passaggi in attuazione dei decreti, nelle commissioni di Camera e Senato, il Governo si ravveda e, nel sistema portuale toscano, accorpi Marina di Carrara insieme a Piombino e Livorno, per una opportunità non immediata né effimera, ma proprio perché qui ci giochiamo il futuro per i prossimi anni.”
“La riforma riduce le Autorità da 23 a 15 – ha aggiunto – ma per noi possono essere anche 14”, ovvero due soltanto tra Toscana e Liguria invece delle tre previste dalla riforma. “Non commettiamo errori per qualche posto in più.”