In seguito alla mia segnalazione, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha confermato che l’affidamento del Museo delle Statue Stele, messo in atto dall’amministrazione comunale di Pontremoli, è contrario alle norme e ai più elementari principi in materia di appalti e di concessioni. Non mi dilungo nel merito: basta leggere ciò che scrive l’Anac. Tutti i problemi che avevo segnalato esistono, sono concreti.
In sintesi, l’Anticorruzione dice, fra l’altro, che:
- l’affidamento in questione è una concessione di servizi e non un appalto di servizi, come afferma erroneamente l’amministrazione comunale, mettendo in atto una procedura contraria alla legge;
- la scelta del gestore deve avvenire nel rispetto delle procedure a tutela della concorrenza;
- il Museo delle Statue Stele è un bene culturale di appartenenza pubblica, come tale soggetto alle norme del Codice dei Beni Culturali. In particolare, il gestore deve essere scelto con una procedura a evidenza pubblica, sulla base di una valutazione comparativa dei singoli progetti.
Nell’affidamento della gestione del Museo delle Statue Stele ci sono stati gravi “scivoloni”: anche in questa vicenda, il sindaco e la maggioranza dimostrano di non saper amministrare. A me dispiace che si debba arrivare al punto di far intervenire l’Anticorruzione. Pontremoli non merita questo. Devo essere sincero: più di tutti, mi stupiscono il sindaco e il capogruppo Ferri. Prima di inviare l’esposto all’Anac, ho scritto al sindaco, l’ho fatto con spirito costruttivo. Le ho spiegato, in modo dettagliato, le motivazioni per le quali lei e la giunta non avrebbero potuto imporre l’esclusione di tutti eccezion fatta per le cooperative sociali di tipo B. Le ho detto che il nostro Museo è un bene culturale di assoluto valore e che per questa ragione è soggetto alle norme del Codice dei Beni Culturali. Lei ha fatto finta di niente. Ha trattato la gestione del Museo delle Statue Stele esattamente come avrebbe potuto trattare il servizio di spazzamento delle strade. Poi c’è stato il consiglio comunale del 28 luglio: lì ho presentato un’interpellanza per provare a capire le motivazioni di una scelta che ho sempre ritenuto illogica. Nulla. Qui non stiamo parlando di formalismi: il sindaco e la giunta hanno impedito di valorizzare al meglio il Museo delle Statue Stele, una delle risorse più preziose per Pontremoli e per la Lunigiana. La scelta di restringere la partecipazione alle sole cooperative sociali di tipo B è irragionevole, va contro l’interesse pubblico, va contro l’interesse generale dei pontremolesi. Se si punta sul turismo, pensando alla gestione del castello, bisogna ricercare esclusivamente la qualità del servizio. Stiamo parlando di un bene di assoluto pregio artistico e culturale: gestire il museo non vuol dire soltanto aprire e chiudere la struttura, pulire le stanze, staccare i biglietti. Il bando di gara avrebbe dovuto premiare la professionalità, i titoli, i curricula e l’esperienza. E invece tutto il contrario. Come si può trovare il soggetto che gestisca il castello nel modo migliore escludendo tutti “tranne uno”? Qual è la logica che sta dietro una scelta del genere? Sono ben contento che partecipino anche le cooperative di tipo B: l’amministrazione deve garantire a tutti la possibilità di presentare offerte, favorendo la concorrenza. Tutti hanno il diritto di partecipare, forti delle loro professionalità, poi vinca il migliore. In questo modo si attirano i migliori e vince “il migliore dei migliori”. Basta con vecchie logiche che condannano Pontremoli: su appalti e concessioni ci vuole assoluta trasparenza e bisogna premiare il merito. Ora il sindaco e l’amministrazione rimedino immediatamente e assumano ogni iniziativa per garantire legalità, efficienza e piena valorizzazione del Museo.
Francesco Mazzoni