La sinistra italiana e internazionale pro-Maduro sta presentando le immagini della manifestazione avvenuta ieri a favore del leader venezuelano come una testimonianza inequivocabile dell’affetto e del sostegno del popolo. Questo ci offre lo spunto per un’analisi comparativa dei segmenti radicali della destra e della sinistra, divisi dai rispettivi impianti ideologici (pur debitori di radici storiche in molti casi simili o comuni) ma identici nella scelta comunicativa e concettuale, allorquando si trovano a difendere i loro leader e governi, dittatoriali o autoritari, di riferimento.
Dalle politiche sociali, alle manifestazioni di piazza, all’ordine, ecc, le “cose buone” sono le stesse come lo stesso è il modo, superficiale e approssimativo, di esporle. Un approccio che si ribalta, acquisendo razionalità, precisione e metodo, se invece si contesta la retorica della fazione opposta. La difesa di Maduro anche da parte di una certa destra ribadisce le similitudini tra le due opzioni.
A prescindere da ogni considerazione sulle ingerenze occidentali nella politica venezuelana (non meno invasive di quelle russe), il Paese sudamericano vive, da anni, una fase drammaticamente critica, da un punto di vista politico, economico e sociale. Volerlo negare (dall’alto delle garanzie e dei privilegi concessi dal Primo Mondo) dimostra la stessa egoistica miopia ideologica di chi, ieri, legittimava l’azione repressiva del Patto di Varsavia a Budapest e a Praga.