Popolazione iranica testimoniata fin dal sec. VII d.C., i Curdi non goderono mai di una piena e reale indipendenza ma solo di ufficiose e sporadiche forme di autonomia.
Islamizzati forzatamente e poi assoggettati dai Selgiuchidi, dagli Abbàsidi, dai Mongoli e dagli Ottomani, sono oggi “spalmati” su cinque paesi (Turchia, Siria, Iran, Iraq e Armenia ) ed è qui il “peccato originale” dell’Occidente. Con il Trattato di Losanna del 1923 e poi con la decolonizzazione, si scelse cioè di non assegnare loro una terra (cosa che invece aveva previsto il Trattato di Sèvres del 1920), decisione che è alla base di crisi come quella di questi giorni.
Al di là del giudizio sulle politiche di Erdoğan, nessuno stato consentirà infatti di mettere a rischio la propria integrità territoriale, e i curdi, con le loro ambizioni indipendentiste, sono comunque un fattore di rischio, per la Turchia come per altre potenze regionali.
Un nodo gordiano sullo scacchiere della politica internazionale, forse impossibile da sciogliere.