Parte anche a Carrara l’attività del Comitato per il no nel referendum costituzionale dell’ottobre prossimo: domenica 8 maggio 2016 in occasione di Carrara in fiore sarà presente un gazebo in piazza Alberica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18: si raccolgono le firme per indire un referendum abrogativo di alcune norme della legge elettorale nota come “Italicum” e per richiedere la convocazione del referendum confermatio della “deforme” costituzionale approvata definitivamente dal parlamento nell’aprile scorso.
Fanno parte di questo comitato, che lavora in rete con quello di Massa-Carrara, quello regionale e quello nazionale, ai quali ha aderito anche l’Anpi a tutti i livelli: Fabio Bernieri,Claudia Barbara Bieneime’, Giuseppe Scattina , Milene Mucci, Nicola Del Vecchio, Leonardo Lucetti, Gino Angelo Lattanzi, Umberto Moise’, Nando Sanguinetti,Giorgio Lindi, Leo Biselli, Sergio Angeloni, Paolo Lindi, Carlo Fantoni, Roberta Pintor,Barbara Bertocchi,Silvia Filippi, Alessandro Bandoni, Betty Gross,Michela Viti, Maurizio Da Mommio, Marina Babboni, Elena Beisso, Saveria Prinz, Roberto Nicoli, Amerigo Blosi, Luca Andrenucci, Moreno Trusendi, Silvano Leoni.
Un comitato comunque apeerto a chiunque voglia impegnarsi in questa campagna
Due i quesiti proposti contro l’Italicum che mirano ad abolire il voto bloccato ai capolista, le candidature plurime, il premio di maggioranza e il ballottaggio senza soglia.
Con questo referendum si punta ad abolire il sistema delle liste bloccate. Creando collegi di piccole dimensioni, che variano da tre a sei seggi e rendendo bloccati i capilista, i partiti si sono assicurati la possibilità di nominare direttamente almeno due terzi dei parlamentari.
Con questo quesito si vuole cancellare dalla legge elettorale il privilegio riservato ai capi dei partiti di “nominare” la maggior parte dei parlamentari e restituire ai cittadini elettori il diritto di scegliere la persona da cui farsi rappresentare
Con il secondo quesito si mira ad abolire il premio di maggioranza che assegna il 54% dei seggi alla Camera alla lista che supera il 40% dei voti al primo turno, oppure a quella lista delle due ammesse all’eventuale ballottaggio, senza nessun quorum minimo per accedervi, vietando addirittura le coalizioni, per cui avremo una minoranza, anche del 20% al primo turno che per magia diventa maggioranza. Una legge, l’Italicum che rende più incisiva la distorsione fra la volontà espressa dagli elettori e la composizione dell’Assemblea parlamentare.
Con questo quesito si vuole ristabilire l’inviolabilità del principio della sovranità popolare, ripristinando l’eguaglianza degli elettori nell’esercizio del diritto di voto, come prescrive l’articolo 48 della Costituzione.
Con il quesito sul referendum si chiede ovviamente l’indizione di quello confermativo al quale il comitato chiede di votare no: “Non siamo conservatori e non siamo contrari alle riforme: siamo contro a questa riforma, nata da un percorso extra parlamentare, che rappresenta una torsione che apre spiragli pericolosi verso un possibile autoritarismo o nella migliore delle ipotesi verso una democrazia oligarchica non rappresentativa”.