Sabatino Alfonso Annecchiarico, protagonista nell’attuale panorama della cultura ed emigrazione italiana in Argentina, in questa nota – che siamo lieti di divulgare – offre un prezioso contributo al Progetto SCORE e Parco nel Mondo del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Figlio di immigrati italiani in Argentina, scrittore, giornalista, docente, ricercatore e conferenziere, è nato nel 1951 a Buenos Aires. Vive in Italia dal 1985, dove svolge le sue attività che riguardano prevalentemente la storia e la geopolitica latinoamericana, le politiche migratorie e il giornalismo specializzato in turismo nei paesi di lingue neolatine. È membro dell’Accademia Porteña del Lunfardo. Sono numerose le sue pubblicazioni giornalistiche, saggistica e di brevi racconti sin dal 1980, in America Latina e in Europa.
SCORE!, un progetto intelligente e coinvolgente*
Le persone che lasciarono la propria Terra per radicarsi altrove, a prescindere dalle cause che motivarono l’allontanamento, portano nel cuore e nell’anima un segno indelebile che rimanda, sempre, la memoria al suolo rimasto indietro. Chi più, chi meno, nessuno è assente di ciò.
Posso immaginare le numerose persone del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna e dei Comuni della Garfagnana che nel passato se ne sono andate altrove con valigie in mano e tante lacrime che annaffiavano le speranze di nuovi futuri. Posso immaginare quegli anni cosa significava partire da casa, con precarie condizioni di trasporto e senza sapere se c’era ritorno e neppure esattamente dove si arrivava. Quelle partenze, spesso, erano apocalittiche.
Tutto questo lo posso immaginare; poi si sa: è storia.
Ciò che non è storia, ed è il presente, sono i figli di queste persone nati nelle nuove Terre. Loro, questi figli, chi più chi meno, hanno incorporato, nella propria genetica, tutta quella memoria di lontana Patria già trasmessa dai genitori.
Sebbene tanti di questi figli di migranti mai abbiano visto le bellezze della terra dei loro antenati, né le valli, montagne, case, scorci di paese, profumi, sapori e nemmeno goduta l’oralità paesana… stupisce sempre ascoltare i loro passionali racconti come se fossero posseduti da strane conoscenze di quei lontani luoghi. Strane conoscenze, proprio così. Soprattutto perché sono affettive, più che geografica e quant’altro.
Per questa ragione, pensare a un progetto che possa includere questi giovani eredi di tante nostalgiche memorie, tradizioni e culture nella «formazione professionale, nel settore di marketing turistico e della promozione dei territori locali, sviluppando la nuova forma di promozione del turismo di ritorno alle radici», come sostenuto dall’Unione dei Comuni della Garfagnana, non è altro che pensare a un progetto intelligente e coinvolgente: poiché ha uno sguardo rivolto al futuro senza perdere la memoria del passato, che lo rende formidabile.
Anche per questa stessa ragione, non possono esserci migliori promotori del turismo di ritorno i giovani figli di migranti. Loro sono i veri ambasciatori delle meraviglie naturali e culturali del territorio, come già alcuni implicitamente l’hanno fatto: ricordiamo il Maestro Astor Piazzolla figlio di Massa Sassorosso, piccola frazione di Villa Collemandina, oramai nota all’estero per quest’eccellenza.
Così come Astor, sono in tanti in grado di farlo ancora; e con tutta naturalità. Basta motivarli con corsi di formazione di alto livello professionale, basta dare loro strumenti idonei alla promozione come già avviato dal progetto SCORE! Support to Capacities for tOurism of Retourning Emigrants, che ha coinvolto una quarantina tra giovani argentini e brasiliani assieme ad altri dieci italiani. Un coinvolgimento anche con una residenza formativa come avvenne nel settembre scorso presso il Parco dell’Orecchiella della Garfagnana, e come avverrà nel marzo venturo con una delegazione di giovani che partiranno dalla Garfagnana per un soggiorno di formazione a Mar del Plata, Argentina, e di fratellanza con i loro lontani coetanei.
Avviato SCORE nel 2015, posso adesso immaginare come avverrà il resto del programma per lo sviluppo del “turismo di ritorno alle radici”: sarà fatto col cuore e anima di questi giovani ambasciatori affettivi, che per loro impegno lasceranno nel prossimo futuro segni indelebili come quelli ricevuti dai propri genitori.
*Contributo di Sabatino Alfonso Annecchiarico, scrittore, giornalista, drammaturgo e attore italo argentino.