Lo sport in Italia tutto vive una situazione critica da un anno ad oggi e le prospettive sono ancor più fosche. Incassi azzerati, ripartenza dilazionata all’infinito, abbonamenti da restituire, costi di mantenimento e manutenzione alti, ristori pressoché nulli, chiusure continuative. Questo quadro si assomma alle precedenti difficoltà, soprattutto per lo sport dilettantistico e giovanile, e alle palesi lacune normative. È manchevole, infatti, anche una considerazione dello sport come diritto del cittadino e come attività indispensabile per conseguire gli obiettivi di cittadinanza attiva e di inclusione sociale.
La pratica sportiva in Italia, a differenza di molti altri paesi, gode di un riconoscimento solo implicito nella Costituzione. Secondo molti commentatori questo si deve anche al forte utilizzo dello sport come mezzo di propaganda durante il Ventennio. Si sprecano i casi delle Costituzioni che identificano lo sport come un fenomeno da organizzare (Francese del ’58) ma anche propedeutico alla salute della popolazione (Spagna, 1978 e Turchia, 1982) oppure dello sport come vero e proprio diritto del cittadino (Portogallo, 1976 e Brasile, 1988). Pur tuttavia mentre il mondo va avanti in tal senso l’Italia è rimasta indietro.
“L’attività sportiva dà e toglie cittadinanza: se ieri si rivendicava il diritto allo sport, oggi è quanto mai evidente l’affermare che lo sport è un diritto, che ogni qual volta viene negato rende la persona meno uguale rispetto agli altri, più svantaggiata, meno integrata. Lo sport, infatti, non solo fa bene al fisico ed al morale, ma rappresenta una soglia d’ingresso. Lo sanno bene coloro che essendo ai margini della moderna città degli uomini, aspirano ad entrarvi” scrivono giustamente dal CSI (Centro Sportivo Italiano). E in tal senso è chiaro anche il riferimento all’importanza dello sport per le persone con disabilità.
Stanti queste criticità e la necessaria di una svolta normativa per lo sport, Forza Italia Toscana, grazie al Senatore Massimo Mallegni, ha organizzato un evento sulla pagina Facebook regionale venerdì scorso. L’incontro partiva dalla volontà di coinvolgere maggiormente nelle decisioni e nei provvedimenti le persone interessate. Hanno partecipato alla diretta, infatti, Francesco Annunziata, Vicepresidente Fitwess, Francesca Bufalini, Titolare Twenty fitness club, Gianna Meoni, Titolare Palestre Universo. Imprenditori del settore palestre che si sono confrontati con la politica chiedendo e proponendo.
Più ristori per ASD e SSD
Dall’evento è emersa chiaramente la volontà di tornare a lavorare. Nessuno che faccia impresa, infatti, vuole dipendere dallo stato, vuole crescere e creare lavoro.
C’è però, comunque, da sostenere, almeno per l’emergenza e nei mesi successivi, visto il perdurare delle limitazioni, il settore, salvaguardando i sogni imprenditoriali e i posti di lavoro. Di seguito le richieste di modifica al DPCM Sostegni.
- L’art.1 comma 3 del decreto in oggetto nella sua stesura odierna recita: “il contributo spetta esclusivamente ai soggetti con ricavi di cui all’art. 85 comma 1 lettera a) e b) del TUIR (…)”. Esso esclude di fatto la possibilità agli enti giuridici di cui all’art.90 della legge 289 del 2002 (associazioni sportive e società di capitali sportive) di accedere ai contributi a fondo perduto, non consentendo loro di far valere come fatturato le proprie entrate istituzionali, cioè i ricavi non commerciali (ex art. 147 del TUIR e seguenti). Quest’ultime rappresentano infatti per i suddetti soggetti giuridici circa il 95% delle proprie entrate. Si chiede pertanto che venga rimosso tale grave pregiudizio all’intero settore dello sport di base rappresentato prevalentemente da associazioni e società sportive dilettantistiche;
- Istituzione di un fondo per lo sport che preveda lo stesso metodo di assegnazione e di calcolo di cui all’art.1 comma 5 dello schema DPCM SOSTEGNI prevedendo che per gli enti giuridici di cui all’art. 90 della legge 289 del 2002 siano considerate come fatturato anche le entrate istituzionali (ex art. 147 TUIR).
- Si chiede inoltre che al suddetto fondo sia aggiunto la somma di 900 mln a titolo di fondo speciale per lo sport così come previsto per la filiera della neve.
- È assolutamente incomprensibile, infine, come l’attuale schema di DPCM preveda legittime quanto auspicabili forme di ammortizzatori per i lavoratori dello sport e non già per le asd/ssd.
Altre proposte
- Attivazione del servizio di personal training per le persone con prescrizione medica;
- Moratoria mutui finanziamenti e leasing posticipata al 30.09.2021;
- Detraibilità spese sportive delle famiglie;
- Bonus 110% per gli impianti sportivi;
- Voucher non rimborsabili per gli abbonamenti;
- Istituzione palestra della salute;
- Inserimento dell’esercizio fisico adattato tra i LEA livelli essenziali di assistenza.
1 “Il diritto allo sport come diritto fondamentale in prospettiva anche costituzionale” di Enrico Lubrano pubblicato su Dirittifondamentali.it l’11 maggio 2020.
2 “Lo sport, porta di cittadinanza” pubblicato su csi-net.it