Evoluzione o degenerazione (a seconda dei punti di visa) della Prima Sofistica di Protagora e Gorgia e pesantemente screditata da Platone, l’eristica (dal greco. ἐριστική [τέχνη], “arte del disputare” ) indicava l’abilità di far prevalere le proprie tesi al di là dal loro contenuto e dalla verità stessa.
Legata in un certo senso all’antilogia (dal gr. ἀντιλογία «contraddizione», comp. di ἀντί «contro» e λόγος «discorso»), l’eristica era ed è la tecnica dell’ultima parola, della polarizzazione, la negazione della sfumatura. Per questo rischia di spalancare le porte alla fallacia logica della “falsa dicotomia”, come dimostrano le polemiche in questa fase di emergenza: o sei a favore di una certa narrazione o sei negazionista e irresponsabile. Non esiste o non è possibile concepire , insomma, altra tonalità all’infuori del bianco o del nero, un margine pur minimo di mediazione.
“Falsa dicotomia” che, nel caso d specie, possiamo trovare legata ad un’altra fallacia logica, ovvero la “colpa per associazione”, che consiste nel delegittimare una tesi attaccano non il mittente ma le persone che la condividono, in qualche misura. Ad esempio: X è critico verso le misure del governo? Allora lo assoceremo a figure di dubbia credibilità in ambito medico-scientifico.
Ovviamente tali semplificazioni vengono usate anche contro il fronte più “prudente” rispetto all’emergenza, sebbene in modo meno assiduo e incisivo.