E’ ora di fare chiarezza.
Leggo la cronaca dell’incontro fra NCA e la Commissione consiliare, ne rimango allibito. La narrazione fatta da Taranto sulla vicenda dei 40 esuberi al Cantiere non è credibile, è contradditoria ed apre molteplici interrogativi. Non è credibile perché Taranto cerca di accreditare la seguente tesi: gli impegni sono stati tutti mantenuti, compresi quelli occupazionali, anzi abbiamo investito più del dovuto; siamo costretti a licenziare 40 lavoratori non per colpa nostra, ma perché questi sono degli incompetenti e così non ci servono; abbiamo fatto di tutto per formarli, pagandoci di tasca nostra i corsi perché la Regione non si è resa disponibile, ma questi non si sono applicati, non hanno partecipato con impegno alle attività formative, le hanno sabotate. Ma le cose stanno proprio così? Vediamo. L’imprenditore Costantino non è un Santo benefattore, fa i propri legittimi interessi ed è per tornaconto economico che partecipò, assieme ad altre imprese, alla manifestazione d’interesse per l’acquisizione di NCA. Le Istituzioni chiesero che oltre agli interessi imprenditoriali venissero perseguiti anche gli interessi del territorio, visto che lo Stato gli concedeva un bene della collettività. Il progetto imprenditoriale di Costantino è stato valutato, anche per l’impegno all’assunzione di tutti i lavoratori, migliore di altri ed è per questo che si è aggiudicato la “gara”, compreso le concessioni demaniali per trent’anni. Domando: nel momento in cui non si mantiene l’impegno occupazionale la valutazione è ancora valida? E l’impresa seconda qualificata non può vantare diritti? Sarebbe interessante che i nostri parlamentari (mai così numerosi) ci mettessero un po’ d’impegno a chiare questa circostanza, verificando con scrupolosità se gli impegni sottoscritti sono rispettati o meno.
Taranto afferma che NCA non ha ricevuto finanziamenti dalla Regione per la formazione, sarebbe utile che il Consigliere Bugliani si attivasse per chiarire la questione. A me è noto, anche per il mio passato di Assessore provinciale alla Formazione e lavoro, che la Regione non finanzia con soldi pubblici attività formative se richieste per telefono: è necessario partecipare ad un Avviso pubblico, presentare un formulario di progetto con i contenuti e gli obiettivi della formazione, un piano economico di dettaglio, seguendo le regole previste. Sarebbe indice di trasparenza se NCA ci facesse conoscere se presentò o meno in Regione, ad esempio a valere sull’Avviso della legge 236/93 per la formazione continua dei dipendenti, progetti per attività formative e, nell’eventualità, quali sono stati gli esiti. Se, come mi risulta, ciò non è avvenuto, mi domando perché si è preferito seguire la strada di una formazione tutta interna, priva dei controlli di qualità, delle procedure e degli standard previsti dal sistema regionale delle competenze? Non è che così facendo si è precostituito un alibi per poter oggi affermare che i lavoratori formati non hanno acquisito le necessarie competenze e conoscenze e, quindi, dichiararli non compatibili con il progetto aziendale? Sarebbe opportuno che il Sindaco chiedesse a Costantino di chiarire alla città questo particolare. E’ ora di fare chiarezza, in giuoco non c’è solo il destino di 40 famiglie, ma la dignità e la credibilità del Sindaco, delle Istituzioni, dei nostri parlamentari e dell’intera comunità.
Franco Peselli
Ex Assessore alla Formazione e Lavoro
della Provincia di Massa-Carrara