Tu, che faccio fatico a trovare un massese più massese di te
Tu, orgoglioso siciliano che ci teneva a ricordare di esser nato a Marsala
Tu, felice come un bambino quando al Castello Malaspina il Sindaco Pucci ti consegnò “le chiavi” della città
Tu, come pochi, amante di Napoli e della sua cultura
Tu, sempre elegante e ricercato come un Dandy inglese
Tu, che alle cene del Rusco&Foghje ci cantavi Malafemmina e Rose Rosse
Tu, solare pure a sviluppare una foto in camera oscura
Tu, che nella notte “davi del tu” ai vip (o presunti tali) della Versilia Anni Ruggenti e con la stessa amabilità prendevi il caffè, la mattina dopo, con lo spazzino di piazza Aranci
Tu, che un tuo scatto valeva una notizia per La Nazione
Tu, che non saltavi un evento e sorridevi anche quando t’incazzavi
Tu, che nella bacheca di fianco al negozio, sotto Le Logge, c’era spazio per tutti: la Miss, il calciatore e lo scappato di casa
Tu, che non mancavi una volta di raccomandare saluta ‘accasa, saluta ‘ammamma, saluta ‘appapà
Tu, che eri Grande pur non essendo Alto, al pari di un certo Napoleone (e ridevi)
Tu, che hai saputo trasmettere ai figli (e non soltanto a loro) l’arte, la magia e la passione per una macchina fotografica
Tu, che con la Vespa o la 500 eri un pericolo pubblico
Tu, Maestro, che ogni volta mi ricordava:
«A vita è na brioche
N’araput e cosc’
Na trasut e pesc’
A panz che cresc’
O figl che nasc’
Na chiusura e casc’
E tutt fernesc’…»
Tu, che da Arpagaus avevamo ancora un aperitivo da prendere
Tu, Rafae’, questa a noi proprio non ce l’avevi a fa’
Fabio Evangelisti