Federmeccanica, Associazione nazionale di categoria di Confindustria che rappresenta oltre 16.000 imprese metalmeccaniche, ha proposto alle organizzazioni sindacali un processo di rinnovamento contrattuale diverso dal tradizionale percorso di rinnovo del CCNL che, alla fine, si sostanziava in una mera trattativa di natura economica senza una visione strategica per pianificare e garantire accrescimento di professionalità e lavoro per il futuro.
La crisi degli ultimi anni ha avuto conseguenze drammatiche sulle imprese metalmeccaniche del Paese: dal 2007 ad oggi si è perduto il 30% della produzione industriale, il 25% delle aziende ha chiuso o ridotto l’attività e quasi 300.000 lavoratori hanno perso il posto di lavoro.
Per quanto concerne il quadro generale del settore meccanico nel nostro territorio, resta dominato da luci ed ombre; dall’inizio della crisi ad oggi la meccanica nel suo insieme ha registrato una contrazione della produzione e del numero di occupati di oltre il 10%. Nello stesso tempo, le retribuzioni medie sono cresciute di oltre il 20%.
Proprio per questo, Federmeccanica ha presentato alle organizzazioni sindacali una proposta contrattuale moderna, inclusiva e decisamente coraggiosa. In sostanza la proposta invita a non puntare tutto sul tradizionale incremento monetario, ma a valutare un ventaglio di benefici legati al welfare personale e familiare e alla formazione. Senza sconvolgere gli attuali assetti contrattuali, la proposta delle aziende meccaniche disegna un CCNL con le stesse garanzie di base ma con più spazi e flessibilità per la contrattazione aziendale.
Le aziende del Gruppo Metalmeccanico dell’Associazione Industriali, esaminando le specifiche problematiche locali, si sono riconosciute nelle linee guida con le quali Federmeccanica si è seduta al tavolo del rinnovo contrattuale. Ulteriori incrementi dei livelli salariali applicati a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle condizioni di competitività e di produttività aziendali, non farebbero che acuire il divario tra aziende performanti e aziende che ancora non sono riuscite a riposizionarsi sui mercati.,
Lo schema proposto tutela la sopravvivenza di quelle aziende (la grande maggioranza per un tessuto produttivo fragile come il nostro), che si trovano nella oggettiva impossibilità di aumentare ulteriormente le retribuzioni. Nello stesso tempo, dove le condizioni operative lo consento e come già avviene in molte grandi aziende del territorio, i lavoratori ottengono salariali reali più elevati tramite strumenti soggetti peraltro a regimi di tassazione favorevoli. I vari programmi di welfare possono procurare benefits per oltre 260 € annue che da usare per le spese familiari, l’istruzione e la salute, pensioni integrative e coperture assicurative. E’ una proposta organica, decisamente innovativa, che assicura una maggiore partecipazione dei lavoratori ai risultati delle imprese senza però penalizzarne la competitività.
Per questo le imprese meccaniche dell’Associazione Industriale si augurano che lavoratori e sindacati possano prendere seriamente in considerazione questo nuovo modo di vivere le relazioni industriali, nel loro interesse e in quello di tutto il settore.
Assindustria Massa Carrara