Il giovane talento di Antonio Distefano torna nuovamente a raccontare un tema universale come quello dell’amore. Arriva così in libreria Prima o poi ci abbracceremo, dopo l’incoraggiante successo di “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?”. L’autore ventiduenne di origine congolese, ma da sempre residente a Ravenna, ci racconta due storie d’amore parallele, sebbene molto diverse. Quella di Enrico e Irene e quella di Gianluca e Alda, i genitori di Enrico. La prima coppia è in procinto di separarsi, perché Enrico e Irene sono fragili, indifesi, troppo soggetti al giudizio e ai consigli altrui. Si sono messi insieme, pensano di amarsi, ma in realtà non sanno bene cosa significhi davvero questa parola. Per loro è qualcosa di astratto e impalpabile, qualcosa che non riescono a rendere banale quotidianità. Ma l’amore è anche e soprattutto questo: banale quotidianità. Si fidano degli amici, dei consigli dati su facebook, da chi niente sa di loro, però dice che in fondo stare da soli è meglio. Poi ci sono Gianluca e Ada. Il dolore di lei sovrasta tutto. L’essersi resa conto, troppo tardi, di amare un uomo sbagliato, l’ha devastata e ha reso quel dispiacere una sofferenza soffocata e mai sopita. Gianluca e Ada hanno fatto il contrario di Enrico e Irene: hanno continuato a stare insieme, ad ogni costo, e quel rapporto è diventato solo sordida indifferenza. Lo stile serrato, quasi da videoclip, della penna di Antonio Distefano in “Prima o poi ci abbracceremo”, rende il racconto una voce dal coro, una voce che vi porterete dentro di voi mentre camminate per strada, alla ricerca del senso dell’amore.