Il Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana, Alessandro Mazzei, afferma che l’acqua è un bene pubblico, ma questa definizione è impropria. Definendo l’acqua un bene la si assimila ad un prodotto che deve rispondere a leggi di mercato e di bilancio: in realtà l’acqua è un diritto “universale inalienabile“, un “elemento naturale” come “l’aria” che respiriamo. Questa premessa è indispensabile per fare chiarezza sulla questione della gestione della risorsa idrica: Mazzei afferma che l’acqua costa, ma questo è vero nella misura in cui la gestione è pianificata in funzione delle regole di mercato, perchè se fosse gestita secondo le caratteristiche del territorio potremmo avere risorse idriche gratuite. I costi di gestione a cui fa riferimento Mazzei sono quelli della Città Metropolitana di Firenze e di Città di mezzo milione di abitanti ubicate in pianura, con reti che necessitano di potabilizzazione e sollevamento, non certo dei Comuni montani nei cui territori sono presenti sorgenti in quota che distribuiscono l’acqua per caduta e non necessitano di potabilizzazione. Per una corretta gestione delle acque, che rispetti l’evoluzione dinamica degli equilibri ambientali è indispensabile pianificare la distribuzione idrica all’interno di ogni bacino idrografico ed idrogeologico, in funzione dell’ubicazione delle fonti di approvvigionamento e sia della morfologia dei singoli territori. Se un territorio è dotato di sorgenti d’acqua a quote superiori ai Paesi di approvvigionamento, (caratteristica che si riscontra per i Comuni Montani), per trasferire l’acqua nelle abitazioni il Comune non spende nulla e se alle condotte idriche vengono applicate delle semplici turbine si produrrà corrente elettrica pulita da vendere ed alimentare così le casse comunali. L’acqua è la ricchezza dei Comuni Montani che, gestita in forma autonoma e nel rispetto degli equilibri ambientali, favorisce lo sviluppo armonico della montagna garantendo così una reale protezione dal dissesto idrogeologico e dalle alluvioni dei territori di pianura: le nostre sorgenti sono utilizzate senza alcun ritorno per i Cittadini, gravati di bollette sui cui Gaia carica il costo del Personale, che ammonta a 2,5 milioni di Euro.
Matteo Mastrini