Il 15 ottobre si è conclusa la rassegna culturale dell’Archivio di Stato di Massa iniziata con le Giornate Europee del Patrimonio con l’inauguarazione della mostra “Le Carte della follia. I malati psichiatrici nella documentazione dell’Archivio di Stato di Massa”, continuata con la Domenica di carta con le visite guidate con il tema dei casi delle pazienti psichiatriche rintracciate nella documentazione e conclusasi appunto venerdì con la giornata di studi “Follia tra scienza psichiatrica e documenti d’archivio”.
Per tale occasione è stato invitato il Presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti tenendo conto del fatto molta della documentazione esposta proviene dal fondo archivistico della Provincia e che le province al momento dell’unità amministrativa del Regno d’Italia avevano tra i loro compiti proprio la cura e gestione dei “mentecatti miserabili”.
Lorenzetti non solo ha inaugurato con i suoi saluti la giornata di studi ma ha espresso una serie di puntuali osservazioni sulla situazione anche legislativa delle cure dei pazienti psichiatrici e del ruolo, spesso delicato e gravido di responsabilità, che il sindaco ha sul trattamento sanitario obbligatorio.
La Giornata di studi è dunque iniziata ufficialmente con l’intervento del medico, chirurgo, psicoterapeuta docente di psicopatologia e attuale direttore della Unità Funzionale Complessa Salute Mentale di Pistoia Riccardo Dalle Luche e dedicato alla nascita della moderna psichiatria attaverso lo studio delle opere e degli studiosi che ne hanno tracciato le linee evolutive. Interessante è stata l’analisi di come la storia della psichiatria sia necessaria per comprendere il presente della scienza stessa attraverso gli studi precedenti e per non commettere la disattenzione di trattare temi e casi psichiatrici già affrontati in passato magari utilizzando una terminologia diversa.
Subito dopo ha preso la parola Elisabetta Angrisano, ricercatore di Archivistica presso il Dipartimento di studi Storici dell’Università degli Studi di Milano, il cui contributo ha illustrato, attraverso i documenti d’archivio, la nascita e lo sviluppo delle strutture manicomiali in Toscana, argomento investigato dalla studiosa in molteplici pubblicazioni. Toccanti sono stati i ritratti che Angrisano ha dato delle figure di Adalgisa Conti, donna intelligente ed estrosa, che entrò in manicomio nel 1913, a 26 anni, e vi trascorse una lunga esistenza, e di Mario Tobino, unico direttore a decidere di vivere nel manicomio diretto (per la precisione quello di Fregionaia a Maggiano nelle colline di Lucca)e della sua opera più famosa Le libere donne di Magliano.
Le riflessioni sulla follia come porto sicuro per una donna per sfuggire a un’esistenza matrimoniale o familiare violenta da parte dei due relatori così come l’importanza dell’archivistica e della storia della scienza psichiatrica per lo studio dei manicomi e delle vite dei pazienti hanno chiuso la giornata di studi.
Paolo Giannotti, fra i maggiori esperti del teatro dialettale massese, ha presentato l’atto unico Qui al cascó la pòra Terè di Ubaldo Bellugi, storia incentrata sulle vicende di un vedovo divenuto pazzo a seguito della morte della consorte. Subito dopo gli attori Fernando Petroli, Mariarosa Cavazzuti, Fabio Cristiani, Lucia Barsella, Irene Baruffetti, Barbara Bassi, Roberta Balloni e Irene Guidi hanno messo recitato l’ultima parte dell’opera del Bellugi permettendo di avere una cognizione di come veniva percepita la follia nella rappresentazione popolare.
La splendida giornata si è conclusa con la visita guidata all’esposizione documentaria “Le Carte della follia. I malati psichiatrici nella documentazione dell’Archivio di Stato di Massa” da parte dell’archivista Chiara Serio che da circa un mese e mezzo presta la sua preziosa collaborazione nell’Istituto.
Tutte le aperture straordinarie, così come l’allestimento della mostra, la realizzazione del video e la diretta streaming sono state rese possibili grazie alla presenza attenta del personale dell’Istituto che con grande professionalità e precisione ha seguito le varie fasi della rassegna culturale facendo conoscere l’Archivio di Stato di Massa come una realtà viva e feconda del nostro territorio. A loro il più vivo ringraziamento per la passione e cura.
Francesca Nepori
Direttore dell’Archivio di Stato di Massa