Rifondazione Comunista ha sempre sottolineato l’importanza della sicurezza idrogeologica del territorio ritenendo che una nuova visione della città che ponesse l’ambiente al centro delle politiche locali fosse oggi imprescindibile. L’attività dell’amministrazione diretta a trovare una soluzione definitiva alla tenuta del fiume Frigido non può che essere salutata con grande favore, a garanzia delle centinaia di famiglie che oggi si trovano a vivere in zone a pericolosità idraulica molto elevata, aprendo di fatto alla possibilità di riqualificazione di un territorio che per troppo tempo ha vissuto con un concetto di evoluzione urbanistica molto approssimativo.
Ci corre l’obbligo però, per quanto riguarda il fiume Frigido, mettere in evidenza le sue condizione di salute. E’ sufficiente leggere rapporti di Arpat o degli uffici tecnici della Regione Toscana per capire che il nostro unico fiume scorra in condizioni preoccupanti. Sotto i parametri di salute previsti a livello comunitario a causa dell’inquinamento biologico, oggi il Frigido richiede un intervento strutturale e non si può pensare che sia la natura a pensare alla sua rinascita, perché quella natura è soffocata dai depositi di detriti e marmettola. Abbiamo già sollecitato che si aumentino i controlli: viene effettuata un’analisi completa una volta ogni tre anni e una sola centralina di monitoraggio, posta a poche centinaia di metri dalla sorgente, non possono essere considerati sufficienti. Abbiamo ancora sotto gli occhi l’esondazione di marmettola che ha riempito il percorso pedonale lungo il parco fluviale a poche centinaia di metri dalla foce e possiamo immaginare che quelli stessi depositi si siano riversati in mare, sulle nostre spiagge, molto probabilmente con il loro carico inquinante: un comune con vocazione turistica non può permettersi tutto questo.
Altra preoccupazione per il proliferare di richieste di installazione di centraline idroelettriche lungo il fiume e i suoi affluenti: alle 6 già esistenti sono state inoltrate altre 7 richieste. Ben venga la produzione di energia “pulita”, ma ciò che ci preoccupa è che l’amministrazione comunale non ha alcuna voce in capitolo sul rilascio del permesso, la procedura di impatto ambientale verrà richiesta, da legge, per solo 3 delle 7 e, soprattutto, il carico di 13 centrali in un tratto di fiume di pochissimi chilometri crediamo possa determinare un’alterazione nell’equilibrio dell’ecosistema fluviale.
Rifondazione comunista risollecita l’amministrazione comunale a intraprendere al più presto azioni concrete di prevenzione che consentano al nostro fiume di riappropriarsi della sua vita facendo applicare le prescrizioni previste dalla normativa e sanzionando chi non rispetta la saluta dei cittadini, si adoperi presso Regione toscana affinché si preveda almeno una ulteriore centralina di monitoraggio posta a valle del centro urbano che riesca a dare una più approfondita conoscenza dello stato di salute del fiume, che si sollecitino agli enti preposti i cosiddetti contratti di fiume al fine di rendere più partecipati i cittadini sulle problematiche ambientali e di tenuta idrogeologica del fiume Frigido e di tutti i reticoli secondari.
Foto tratta da Facebook