E’ notizia di pochi giorni fa. Un prestigioso riconoscimento; Massa ha conquistato la “sua” prima Bandiera Blu!
Com’è noto, per ottenerla, occorre “rispettare” alcuni requisiti imperativi: infatti la FEE (Foundation for Enviromental Education), l’organizzazione internazionale che assegna la Bandiera Blu, non si limita a verificare l’assoluta qualità dell’acqua di balneazione, ma analizza anche molti altri dati di prestazione ambientale della città: la qualità ed efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la capacità di depurazione dei reflui fognari, la presenza di aree pedonali e piste ciclabili, l’equilibrio tra attività turistiche e rispetto della natura.
Inoltre, per ottenere la Bandiera Blu è necessario assicurare servizi di qualità (salvataggio, servizi igienici, pulizia della spiaggia), iniziative di educazione ambientale rivolta a turisti, residenti e soprattutto ai giovani, nonché assicurare la fruibilità della spiaggia anche da parte di persone disabili.
Ma chi e cos’è la Fondazione per l’educazione ambientale? E’ una struttura che fa capo al Ministero dell’Ambiente e che per “stilare” (di anno in anno) le classifiche delle “spiagge più belle” si avvale, del Sindacato dei gestori degli stabilimenti, dei Sindaci, della Federazione dei bagnini, degli smaltitori di rifiuti speciali. Mai, però, che chiedessero a un bagnante, mai, “vietatissimo”!
Noi, nonostante qualche dubbio, siamo soddisfatti nel vedere assegnato alla nostra città il tanto agognato vessillo di qualità; la domanda però è questa: a che serve?
A che serve la Bandiera Blu quando manca quasi del tutto una politica di promo-commercializzazione del nostro turismo degna di questo nome e con essa la reale valorizzazione dell’impresa turistica locale oltre ai rischi incombenti della “super-privatizzazione” eurodiretta delle nostre spiagge?
In attesa delle risposte, ci prepariamo ad andare al mare …meteo, colibatteri e Bolkestein permettendo!
Rete a Sinistra Massa Carrara