Martedì 24 maggio, alle Stanze del Teatro Guglielmi, nella ricorrenza dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, col patrocinio di Italia Nostra sez di Massa e Montignoso, si terrà la presentazione del libro di Franco Frediani MASSA IN TRINCEA. Relatori il Sindaco Prof. Alessandro Volpi e la dott.sa Olga Raffo. Introduce e modera il prof. Imo Furfori. In apertura interverrà il coro della Scuola di musica del comune di Massa che eseguirà l’Inno d’Italia e La leggenda del Piave mentre, a conclusione, gli attori massesi Fabio Cristiani e Andrea Pieroni interpreteranno la breve pieçe teatrale in dialetto “Luntan da cà”, il dialogo tra un massese e un carrarino che si incontrano al fronte.
Il volume che Franco Frediani ha dedicato ai massesi che hanno partecipato alla Grande Guerra, raccoglie numerose testimonianze scritte e fotografiche e vuol essere un modesto contributo alle celebrazioni del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Una tragedia che sconvolse il mondo, seminando distruzioni e ridisegnandone i confini al prezzo di un numero enorme di vite umane : 654.000 i soli militari italiani morti ai quali sono da aggiungere 60.000 prigionieri che non tornarono e di cui non si seppe più nulla. Inoltre, nel bilancio finale, 451.645 furono gli invalidi e i mutilati e 240.000 tra condannati a morte, all’ergastolo, al carcere per diserzione, rivolta o disubbidienza. C’é da chiedersi il perché di tutte queste perdite. Un’intera generazione mandata a combattere per l’arroganza di pochi, al servizio di pochi, in nome di un ideale, la Patria, a cui quei poveri ragazzi crederono. Solo più tardi, troppo tardi, chi di loro si salvò realizzò amaramente essere stato vittima di un grande imbroglio, un vero e proprio tradimento perpetrato a loro danno da una classe politica inetta, da settori del mondo industriale e finanziario e dalle ambizioni personali delle alte gerarchie militari. Massa ne sacrificò oltre cinquecento. L’Albo d’oro ne riporta 565 (in appendice l’elenco in ordine alfabetico) e molti di questi sono ricordati in due lapidi poste ai lati dell’ingresso della nostra Cattedrale. Il nostro omaggio va dunque ai caduti ma anche a tutti coloro che parteciparono al conflitto ed ebbero la fortuna di tornare a casa e poter abbracciare i propri cari. A loro soprattutto é dedicato il volume, ma anche ai giovani con l’augurio possano trarne momento di riflessione e monito per costruire un mondo migliore.
Franco Frediani