“Una settimana fa è successo che durante il Consiglio Comunale ordinario sul bilancio, passata la mezzanotte tra l’assessore Baratta e me, c’è questo scambio (nella registrazione del Consiglio le parole esatte):
Baratta:”Chi ha detto che sul bilancio sono stati tolti 400mila euro alla cultura.
Consigliera Mosti, io le dico guardi, guardi il capitolo.
Se vuole viene in ufficio da me.”
Mosti:”Non ora però che è tardi.”
Baratta:”Certo, non ora.
Non ora, ci mancherebbe.
Ora io avrei di meglio da fare.
A casa ho una bella moglie, mi creda!
Ho una bella moglie che mi aspetta!
Io!
Vorrei fugare ogni dubbio”.
Risate e sghignazzi intorno.
Chiedo di intervenire per fatto personale ma il presidente del Consiglio ritiene che non ci sia nessun fatto personale e così non posso replicare. Qualche giorno dopo, la registrazione del Consiglio Comunale è disponibile su YouTube e sui social ricevo molta solidarietà e prese di posizione. Oggi quindi, dopo aver ragionato e pensato a lungo, dico la mia, dato che almeno in questi canali mi è ancora concesso. Ho avuto per due anni e mezzo circa, l’onore e l’onere di lavorare per la delega alle Pari Opportunità. Argomento complesso e delicato, fondamentale direi, che mi ha portato a capire quanto le parole siano importanti e quanto ancora, anche se lo sottovalutiamo, sia importante impegnarsi per l’uguaglianza tra uomo e donna. Innanzi tutto ringrazio chi pubblicamente ha voluto darmi sostegno attraverso i social e i quotidiani locali. Ringrazio anche i tanti e tante che mi hanno telefonato o inviato messaggi. Ringrazio chi si è schierato , non solo per me, ma per un senso di rispetto più grande che riguarda tutte e tutti. Le ricerche nazionali ed internazionali, come ad esempio il rapporto ombra per il GREVIO redatto da associazioni ed esperte sui temi della Convenzione di Istanbul e presentato a Roma il 26 febbraio, fanno emergere quello che caratterizza anche l’Italia rispetto ad altri Paesi europei: una criticità nella e della cultura, cioè una cultura sessista che si vede e si sente in tutti i linguaggi: in quello dei media, in quello politico da destra a sinistra, addirittura nel linguaggio scolastico. Linguaggi che sono pensieri e che ancora non non ammettono un certo tipo di educazione rispetto ai ruoli tipici da bambino e bambina. Questa rigidità degli stereotipi porta alla disparità di potere e alla violenza. In quanto Elena, personalmente, non mi sento particolarmente ferita dalle parole dell’assessore Baratta, perché sinceramente, del suo giudizio mi importa poco o nulla. Ma come donna e consigliera sì, mi sento ferita e delusa. Nel riguardare e riascoltare il video, vedere le assessore ridere di gusto e sentire per l’ennesima volta lo scherno in sottofondo mi fa capire che il pensiero e la mentalità attuali vanno verso quella direzione, che non mi pare sia di imparzialità. Negli anni ne ho viste tante di battaglie in aula, anche durissime, con imprecazioni ed anatemi, ma c’era spesso un’ etica, un rispetto, un senso dei ruoli ed un modo di parlare che adesso non vedo e non sento più. E nelle rare occasioni in cui sono mancati, il Sindaco o il Presidente del Consiglio ammonivano e prendevano parte. Non so quale tipo di esempio può dare un assessore che quindi è una carica istituzionale che all’interno di un Consiglio Comunale fa battute nei confronti di una consigliera in quanto donna. Perché non eravamo amichevolmente ad un bar o in qualche situazione informale. Eravamo nell’aula del Consiglio della nostra città. E perché diciamocelo, se si fosse trattato di un uomo quel tipo di battuta non sarebbe proprio balenata alla mente. In quanto consigliera coinvolta mi indigno e lo faccio non solo per me, ma per tutte le donne, anche per coloro che sempre in sede di Consiglio hanno risposto con risatine. Perché è ora di non far passare più alcun messaggio becero e discriminatorio, è ora di dire basta a questo tipo di cultura soprattutto nelle sedi istituzionali. Molte e molti hanno detto che “è stata solo una battuta” ma se ci riflettiamo, capiremo che dietro e davanti c è molto di più. Mi auguro quindi che si apra una seria riflessione proprio in quella sede che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini e tutte le cittadine, che l’assessora Zanti con deleghe alle Pari Opportunità e violenza di genere si faccia carico della questione e che il Sindaco e il Presidente del Consiglio prendano le distanze da queste esternazioni.”