Irriproducibile, dai cromatismi non uniformi, il Marmo di Carrara è da sempre uno dei materiali più preziosi e utilizzati nell’architettura, nell’arte e in particolare, oggi nella creazione di oggetti di design.
La scultura applicata al design, è oggi destinata ad essere “plasmata” soprattutto dalle macchine, e non più dalla mano dell’uomo, o dell’artista stesso.
Design digitale e macchine si incontrano, ed è proprio dal processo di lavorazione, o meglio dall’osservazione del processo di resinatura, necessario per aumentare la resistenza tecnica alle sollecitazioni dei telai, che trasformano i blocchi in lastre sottili, che arriva l’idea dell’architetto di Carrara, Moreno Ratti.
Quotidianamente a contatto con il marmo, grazie alla sua famiglia, che lavora la pietra da generazioni, Moreno Ratti si dedica al design di oggetti in marmo dal 2013, ma il suo approccio è alquanto diverso.
Le sue creazioni partono da un tema molto importante: il recupero dello scarto di lavorazione, o meglio degli scarti di magazzino.
Collezione Sospesa, ultimo progetto, che presenterà al Fuorisalone 2016 per MarmoTrilogy, è costituita da una piccola serie di vasi in marmo e resina. Forme tondeggianti si spiegano all’interno di geometrie spigolose, un contrasto tra vuoti e pieni, tra trasparenza e pienezza del materiale, dando luogo ad una interessante applicazione del marmo.
Gli scarti sono infatti stati modellati al tornio, per poi essere immersi in una forma trasparente, appunto la resina, dove sembrano quasi galleggiare. Quella resina ricostruisce l’astrazione del materiale perso, lo “spettro” di ciò che era, e in qualche modo anche ciò che è diventato, dopo la lavorazione, producendo – come afferma lo stesso Ratti – <<il medesimo oggetto in modo sconsiderato>>.
L’interrogativo sugli scarti, e sulla riduzione di questi, era già stato oggetto di altri progetti, uno di questi per esempio è l’Onda_Marble bench. Nata dalla collaborazione con Paolo Ulian, che lo affianca in varie creazioni, il disegno di questa panchina per esterni è proprio il frutto della volontà di ottimizzare il taglio sul blocco di marmo.
Il profilo a onda dei moduli, che compongono la panchina, consente il taglio in sequenza dalla stesso blocco, riducendo così gli sfridi di lavorazione, e creando un oggetto di vero design urbano, la cui forma è un richiamo al movimento e al nostro mare.
Il tema del recupero e l’invito alla riduzione degli scarti è quindi, sempre centrale nei suoi lavori. Dalle mattonelle 40×40 di marmo ripescate nei polverosi magazzini artigiani, tagliandole con una macchina waterjet, e assemblandole, Ratti fabbrica molteplici cose, lampade, orologi, piccoli oggetti di uso comune, in grado di essere “personalizzati” da chi ne fa uso, in base alle diverse configurazioni possibili, messe a disposizione dall’artista. Questi avanzi, infatti, essendo considerati rifiuti speciali, hanno costi di smaltimento molto alti, per cui le aziende preferiscono accumularli, ed è proprio da qui che nasce la proposta del riutilizzo.
Ma le sue creazioni si spingono persino, a dare spazio ad un design decisamente “partecipato“, ne è spiccato esempio “Introverso_2 Marble case“, il vaso dalla doppia anima, e dalla doppia forma. Si può decidere di conservare l’aspetto originale del primo vaso, oppure dotandosi di un semplice martello, lo si modifica, spezzando le sottili lamelle che lo compongono, facendo emerge l’altra forma dapprima racchiusa. L’utente può essere esso stesso il creatore dell’opera, lasciato libero di interpretare, partecipa attivamente e in modo inusuale al design finale, per creare un oggetto unico, e irriproducibile.
Alla prossima,
Brunetta Ulivi.
Foto: www.morenoratti.com