Per molti dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello dello sport massese, per altri un’inutile spesa. Di cosa stiamo parlando? Del palazzetto dello sport, di cui la città è ormai orfana da anni. Ma ripercorriamo, in breve, la vicenda: inizialmente era previsto un accordo con l’Esselunga, la quale, in cambio di un ampliamento del proprio punto vendita situato sul Viale Roma, si sarebbe fatta carico dell’onere della realizzazione di un palasport completamente nuovo, dato che quello presente risulta completamente inutilizzabile. Peccato, però, che l’affare sia naufragato da tempo a causa del no perentorio sia degli uffici legali che di quelli tecnici e Volpi si sia ritrovato con una promessa elettorale da mantenere ad ogni costo. Ed è proprio per questo che qualche giorno fa, in commissione bilancio è finita in cartella una vecchia delibera di giunta, modificata con l’inserimento di un mutuo considerevole, pari ad 1 milione di euro. “Il Sindaco basò parte della propria campagna elettorale proprio sulla realizzazione del palazzetto dello sport cittadino – attacca Nicola Iacopetti, segretario comunale del Carroccio massese – sostenendo come non avrebbe messo mano, in nessun modo, alle tasche dei cittadini. E invece, come al solito, torna sui propri passi affermando che in seguito al nuovo indebitamento l’amministrazione sarà costretta ad aumentare le proprie entrate ricorrendo alla leva fiscale”.
Eppure, ripetiamo, Volpi assicurò che non vi sarebbero stati aggravi per la comunità: a pensar male, verrebbe da credere che essa rappresenti l’ulteriore menzogna espressa durante la campagna elettorale con l’unico scopo di ottenere facili voti.
Ci troviamo a scegliere fra servizi, che ci sono stati promessi, e tasse, che invece ci propongono sistematicamente. Siamo sempre stati a favore della realizzazione di un palasport, che riteniamo fondamentale per la nostra città, ma se l’unico modo per ottenerlo è quello di chiedere ulteriori sforzi da parte della cittadinanza, allora rispondiamo con un “no grazie”, in quanto non possiamo essere noi a pagare per le false promesse di altri.