Di enorme complessità e delicatezza, il caso della nave “Aquarius” necessita di un approccio il più possibile razionale ed equilibrato, che metta da parte il pur comprensibile e giustificabile elemento emotivo. E’ proprio l’analisi razionale a consentire di rintracciare le motivazioni alla base della scelta del Ministero dell’interno (la Francia a Ventimiglia e la Spagna in Marocco adottano strategie simili), ovvero sollecitare Malta e le autorità continentali a un nuovo modus operandi rispetto al problema-sbarchi
Se, tuttavia, dalla pur inadempiente Malta (un settore della sua vasta area Sar si sovrappone alla nostra ma La Valletta ha quasi sempre lasciato a Roma l’accoglienza a profughi e migranti) non sarebbe sensato pretendere maggiori sforzi data l’esiguità del suo territorio e dei suoi mezzi, l’Europa non potrà limitarsi a recitare sterili mea culpa, continuando però a lasciare all’Italia il ruolo di zona di frontiera. Dall’altro lato, Salvini non potrà fare marcia indietro, dopo aver basato la sua campagna propagandistica soprattutto sul contenimento dei flussi migratori, né l’Europa potrà pensare di regolare la questione con nuove azioni ricatttorie contro la nostra economia e i nostri mercati, perché sarebbero assist a porta vuota per il populismo e il sovranismo.
Un tema difficile e di difficilissima soluzione, frutto di errori ed egoismi passati e presenti e che vede al centro e in ballo le vite di milioni di individui, vere vittime e veri protagonisti di una tragedia forse senza precedenti dal secondo dopoguerra.