564 cooperative, 35 mila soci, oltre 12 mila addetti per un fatturato di 723 milioni di euro. Sono i numeri rappresentati da Confcooperative Toscana Nord, la nuova associazione nata oggi dalla fusione delle unioni provinciali di Confcooperative di Firenze, Prato, Pistoia, Massa Carrara e Arezzo in occasione dell’assemblea interprovinciale di Confcooperative organizzata stamani a Firenze.
Obiettivo della nuova realtà diventare un’associazione metropolitana in grado di raccogliere i nuovi bisogni, di coinvolgere nuovi cooperatori, di formare le cooperative in base alle nuove esigenze e diffondere la cultura cooperativa in particolare nei settori del welfare, dell’ energia e dell’ambiente.
Nello specifico la realtà di Confcooperative Toscana Nord è rappresentata da 564 cooperative iscritte con prevalenza nel settore sociale (175) e del lavoro (101), con una significativa presenza nell’agricoltura (35); è presente nell’abitazione (55), nonostante la grande crisi di questi ultimi anni, nel settore culturale e turistico (44), nel sanitario (14), nel consumo (12), ed infine nelle mutue (2) e nella pesca (1). Con un volume della produzione complessivo di oltre 723 milioni di Euro, circa 12.000 soci e circa 35.000 addetti. A questi si sommano 15 BCC con oltre 140 sportelli e 5 miliardi di impieghi.
Giuseppe Gori, presidente della cooperativa Cap, è stato eletto stamani presidente di Confcooperative Toscana Nord: “Questo nuovo assetto territoriale è una scelta importante che vuole seguire la nuova esigenza di organizzazione del territorio avviata con la dismissione delle province. Il nostro obiettivo – ha spiegato Gori – è cercare di creare le condizioni di sviluppo della cooperazione all’interno di un’area più vasta. Per questo motivo lavoreremo per creare un rapporto forte con la Città Metropolitana che sta nascendo e che si sta organizzando senza dimenticare il rapporto con le aree più periferiche . La voce del mondo cooperativo deve poter essere sempre ascoltata in un’ottica di sviluppo integrato di tutto il territorio. In questo periodo di crisi – ha concluso il nuovo presidente – le cooperative sono state in grado di tenere l’occupazione a discapito di una sofferenza sempre più evidente del patrimonio. C’è da ricostruire il rapporto con il sistema bancario per gettare le basi per un nuovo sviluppo.”
“Anche se si intravede qualche segno positivo – spiega Stefano Meli, presidente uscente dopo 10 anni dell’Unione Firenze-Prato – la situazione resta complicata soprattutto per alcuni settori. Questa scelta di fondere cinque territori in un’unica unità è legata alla necessità di voler rispondere ad una nuova esigenza di rappresentanza. Oggi dobbiamo essere più efficaci ed efficienti per cui è necessario operare per una maggiore semplificazione in grado di sostenere concretamente le nostre cooperative. Le nostre realtà sono sempre più orientate al mercato interno – conclude Meli – ed abbiamo pochissime cooperative che esportano per cui risentiamo molto della difficoltà del nostro Paese con l’eccezione del mondo agricolo e turistico che trova nell’export una buona opportunità di mercato. A risentire maggiormente di questa situazione di difficoltà e impoverimento è sicuramente il settore legato ai servizi alla persona e quello dell’abitazione che più hanno sofferto negli ultimi cinque anni.”
“Oggi siamo qui per dire che l’Europa deve avere un’economia che possa guardare di più ai principi e ai valori che provengono dal mondo cooperativo” Ha dichiarato l’eurodeputata Simona Bonafè intervenuta stamani. “Il mondo cooperativo ha saputo fare della solidarietà un proprio cavallo di battaglia e ha saputo fare della mutualità una propria leva che grazie a questi valori e principi ha permesso di reggere meglio di altre realtà questa crisi. Quando guardiamo all’Europa è proprio da qui che dobbiamo prendere ispirazione: dobbiamo credere in un’Europa sociale e solidale e più attenta alla cooperazione e alla crescita.”
Lorenzo Galli Torrini