Tra le peculiarità dei movimenti e dei partiti neo-populisti troviamo un marcato camaleontismo, favorito anche dalla loro fisionomia liquida e (in alcuni casi) post-ideologica. Facendo una breve ricognizione sulla galassia neo-populista europea, noteremo infatti come il partito lepeniano e il FPÖ austriaco si siano progressivamente allontanati dal negazionismo e dal reducismo (Marine Le Pen è per questo arrivata a cacciare il padre), Syriza ha via via abbandonato la sua connotazione anti-UE, lo Sinn Féin ha messo da parte il secessionismo spostandosi dall’idea di “popolo nazione” a quella di “popolo classe” (Graziano) mentre lo slovacco Smer si è addirittura trasformato da partito neo-populista “inclusivo” ad “esclusivo”.
La migrazione verso destra del M5S (per intercettare il bacino conservatore, maggioritario in Italia) e la trasformazione della Lega da movimento regionalista-secessionista a movimento nazionalista pan-italiano (per sfondare nel resto del Paese) sono quindi spiegabili anche alla luce della sostanza liquida e “sottile” dei neo-populismi; nel caso leghista andrà rilevata pure la debolezza de sentimento separatista “padano”, risultato non di complessi fattori di natura etnica e storica ma di una più effimera e volatile insofferenza alle politiche fiscali e redistributive centrali.
Nota:
Secondo la studiosa Jennifer Lees-Marshment, il marketing politico è oggi classificabile in tre dinamiche, differenti e distinte: orientato al prodotto, orientato al programma, orientato al mercato.
Se la prima dinamica si basa sull’offerta-vendita di un’ideologia e la seconda sull’offerta-vendita delle idee e dei programmi del partito-candidato, nella terza il partito-candidato sceglie ed elabora l’ offerta in base agli umori e alle richieste della maggioranza degli elettori.
Più nel dettaglio, la strategia orientata al mercato viene divisa da Sorice in altre 8 fasi: a)indagine di mercato; b)progettazione del prodotto; c)adattamento del prodotto; d)implementazione; e)comunicazione; f)campagna; g)elezioni; h)esito.
Per molti analisti e osservatori, quella orientata al mercato è la strategia-regina dei partiti e dei movimenti populisti*, molto spesso anche a causa della loro natura post-ideologica e liquida. In un momento storico che vede queste forze al centro del dibattito e della vita politica, lo studio di Lees-Marshment risulterà dunque particolarmente utile ed esaustivo
*una caratteristica anche del cosiddetto “partito pigliatutto”, espressione coniata dal politologo Otto Kirchheimer