Lanciato in buona fede anche da molti settori delle istituzioni, il messaggio secondo cui il ritorno alla normalità sarà possibile solo con un vaccino e/o una cura definitiva è potenzialmente devastante dal punto di vista comunicativo.*
Questo perché consegna all’indefinitezza e all’incertezza una platea già duramente provata, negandole orizzonti e obiettivi certi, tangibili e affidabili. Il vaccino e/o la cura potrebbero infatti non arrivare mai o potrebbero arrivare tra molti mesi o molti anni, magari ad emergenza conclusa. Un messaggio che è dunque sbagliato anche sotto il profilo metodologico e politico.
Per questo non potremo affidarci ancora a lungo ad una pratica arcaica e limitante come il “lockdown” (di concezione trecentesca) ma dovremo predisporre al più presto le misure alternative che la tecnologia e le scienze ci mettono a disposizione per tornare a vivere come prima. Paradossalmente, l’atteggiamento poco amichevole di alcuni partner continentali potrebbe servire da pungolo, obbligandoci a scelte più rapide e razionali che non tengano conto solo del sostegno esterno.
*gli scopi del mittente verrebbero quindi stravolti, trasformando il messaggio da propaganda “integrativa” (“interna”) in “agitativa”