Il Parco regionale delle Alpi Apuane ha respinto l’istanza della ditta Marmi Walton Srl per l’installazione del frantoio mobile all’interno della cava Castelbaito Fratteta nel comune di Fivizzano. L’intervento è stato giudicato non sostenibile dal punto di vista del traffico veicolare prodotto dall’utilizzo del frantoio mobile, in quanto la viabilità provinciale di accesso ai bacini estrattivi del Monte Sagro e del Monte Borla non consente ad oggi alcun passaggio di veicoli pesanti. Inoltre il progetto è stato ritenuto difforme rispetto ai requisiti stabiliti dalle delibere del Consiglio direttivo del 19 febbraio 2015 e del 24 aprile 2015. Con queste delibere il Parco si era assunto UNA GRAVE RESPONSABILITA’ POLITICA, revocando il diniego dell’installazione dei frantoi mobili all’interno delle cave site nelle aree contigue ed era venuto meno a un principio stabilito nell’Atto di indirizzo per cui tale diniego era ritenuto “regola aurea” per contrastare la tendenza strisciante in atto di trasformare le cave di marmo in cave di sassi.La mancata autorizzazione all’installazione dei frantoi mobili rappresenta un successo per le associazioni ambientaliste protagoniste delle osservazioni accluse agli atti della conferenza dei servizi del Parco del 24 luglio 2015: le associazioni facenti parte del Coordinamento apuano , tra cui Italia Nostra , Legambiente , hanno presentato puntuali analisi scientifiche e storiche cariche di criticità ambientali , contraddizioni e aspetti negativi verso un progetto che avrebbe prodotto un’accelerazione della produzione dei detriti e l’aumento del traffico veicolare dei mezzi pesanti. Oltre alle già citate associazioni fanno parte del Coordinamento apuano: Rete dei Comitati per la difesa del Territorio, WWF, Associazione Amici delle Alpi Apuane e i gruppi FB Salviamo le Apuane e Salviamo le Alpi Apuane. Ancora una volta dobbiamo evidenziare, però, l’atteggiamento di un Parco che non svolge le funzioni di tutela dell’area protetta. Il diniego all’installazione dei frantoi mobili è dovuto all’impraticabilità delle strade provinciali, ma le cave del Monte Sagro continuano a escavare accumulando detriti e risulta inspiegabile il comportamento del Parco che in data 29/10/2014 ha concesso il nulla osta ad una variante del piano di coltivazione in assenza di idoneo sistema di smaltimento dei detriti.
Il Coordinamento apuano ha dato pieno sostegno ai cittadini e alla Sindaca Camilla Bianchi di Fosdinovo, in prima linea in questa battaglia per impedire il passaggio dei mezzi pesanti provenienti dalle cave dei bacini estrattivi del Monte Sagro e del Monte Borla e transitanti sulla strada provinciale nel tratto comunale. Fosdinovo è un ridente borgo panoramico la cui economia si basa sul turismo, sulle eccellenze enogastronomiche, sull’agricoltura di nicchia, in virtù di questi standard qualitativi ha ricevuto il riconoscimento della Bandiera arancione del Touring Club Italiano. La vicenda del frantoi mobili è, dunque, emblematica di due visioni progettuali del territorio che si scontrano e non possono coesistere: una ecocompatibile e l’altra impattante e distruttrice. Il Coordinamento apuano sostiene la progettualità alternativa economica del territorio apuano già inserita nella versione iniziale del Piano paesaggistico laddove a fronte della riduzione progressiva delle attività’ estrattive all’interno dell’area tutelata del Parco si affiancava l’ avvio e l’incentivazione di nuove attività economiche.
Coordinamento Apuano
Italia Nostra Rosalba Lepore
Legambiente
Rete dei Comitati per la difesa del Territorio
WWF
Associazione Amici Alpi Apuane
Salviamo le Apuane
Salviamo le Alpi Apuane