– Dopo il successo ottenuto con “Alì Piccinin”, è uscito il tuo nuovo libro “Tenebre di Porpora”. Come nasce questo ultimo lavoro e di cosa tratta?
– Il nuovo lavoro è il racconto dei Liguri Apuani, circoscritto ai sei anni (186-180 a-C.) che ne segnarono la gloria e l’infamia. Il mio è stato un lavoro nato dalla necessità personale di interrogare il passato e di vedere l’effetto che mi fa scoprire il nostro passato glorioso e ammantato di magia
– “Alì Piccinin”, poi “Tenebre di Porpora”, quanta passione hai per la tua terra e quanto materiale c’è nel nostro territorio da poter raccontare al pubblico?
– Beh, curioso per natura, mi piace ricercare tra le pieghe della storia, quella non scritta. Mi appassiona scoprire le particolarità, l’autenticità, il folklore; mi piace credere che la storia è un corollario di piccole tradizioni, di costumi e usi solo apparentemente futili. Questo per me è uno strumento fondante della formazione emozionale di un individuo
– Quanto tempo hai trascorso tra ricerche e stesura del nuovo libro?
– Ci ho dedicato circa due anni. Dei Liguri Apuani avevo già fatto cenno nel romanzo Alì Piccinin, lo avevo utilizzato come tema-pretesto col quale Alì cercava di conquistare il cuore della Principessa Lallahoum narrandole la favola dei suoi antichi antenati Apui. Mi ero ripromesso di approfondire le ricerche ed ecco il risultato.
– Hai in cantiere altri racconti sulla storia locale ?
– Ho in produzione altri manoscritti. Materia di storia locale che possa prestarsi alla narrativa ce n’è un’infinità. Serve giusto il tempo cui dedicarcisi con passione.