La Lunigiana ha dato i natali a moltissimi autori di spicco, diventando con il passare degli anni una vera e propria fucina letteraria. Noi di Quotidiano Apuano abbiamo incontrato uno dei grandi esponenti della letteratura italiana made in Lunigiana ovvero Giacomo Pinelli, classe 75′, milanese di nascita, ma originario della terra a mezza luna. Recente Giacomo ha deciso di trasferirsi nel paese del nonno paterno, in Alta Lunigiana, ma per quattro anni ha svolto l’incarico di direttore editoriale per la Fedelo’s Editrice di Parma ed è il co-fondatore del circolo culturale Giro di Parole. In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo il ‘Tempo Sbagliato‘ Giacomo si è messo a nostra disposizione per presentarsi al meglio con i nostri lettori.
Come mai è tornato a vivere in Alta Lunigiana e cosa l’ha spinta a questo ritorno alle origini?
La mia scelta di venire a vivere nel paese d’origine di mio nonno paterno è maturata col tempo: lasciare una grande città come Milano per un paese di una cinquantina di abitanti è una scelta da ponderare bene. L’ho fatto insieme alla mia compagna, anche per permettere al nostro bambino di poter vivere un’infanzia più serena e salutare.
Quando ha deciso d’intraprendere la sua carriera di scrittore e come si è inserito nel mondo della scrittura?
Scrivo da sempre, romanzi e racconti. La poesia l’ho abbandonata presto, non era la forma espressiva che prediligevo. Dal 1999 ho cominciato a pubblicare le mie storie, cercando case editrici che potessero consentirmi di crescere e darmi visibilità. Quando ho incontrato la Fedelo’s Editrice di Parma c’è stata la svolta. Ho ricoperto per loro anche le mansioni di editor e di direttore editoriale, imparando tutto quello che sta dietro alla pubblicazione di un libro. Anche aspetti che a un autore possono risultare secondari.
‘Elis Dì’, edito da Montedit, è la sua prima opera letteraria, di che cosa tratta e in che genere narrativo viene collocato?
Elis Di’ è un racconto lungo, ondeggiante tra sogno e realtà, che ha come protagonista una bimba dai capelli rossi, capace però di mutare di forma e aspetto. Una sorta di angelo custode per il protagonista, che racconta dei personaggi incontrati durante un viaggio da Milano a Montemarcio, luogo di fantasia che ricorre in alcuni miei testi. Un paesino della Lunigiana sperduto tra i monti, al contempo simile e diverso da quello dove ho scelto di vivere …
Parliamo del circolo culturale Giro di Parole, di cui sei uno dei fondatori, di che cosa si occupa?
E’ un luogo di incontro e di scambio culturale, ideato e sorto grazie all’impegno di due amici scrittori, Alessandra Magnavacca e Domenico Bertoli, ambedue di Pontremoli. Negli anni abbiamo organizzato readings con diversi autori e cene letterarie dedicate ai grandi della letteratura. Tra noi ci scambiamo giudizi e consigli sulle nostre opere, in più ci divertiamo a proporre qualche evento interessante alla nostra città.
Sappiamo che hai sceneggiato per il teatro uno dei tuoi romanzi ‘Breve Nevicata Notturna’, come è stato per te rielaborare una tua creatura e trasformarla in un’opera teatrale?
E’ stata un’esperienza esaltante, una vera scoperta. La messa in scena di Breve Nevicata Notturna la si deve a Mauro Darchi, regista teatrale ed amico, che ha voluto mantenere una promessa fattami anni fa. Abbiamo formato un cast di persone e artisti eccezionali e, con l’aiuto di Alberto Santini, ho sceneggiato questo mio romanzo breve, pubblicato nel 2008. Ho scoperto un nuovo canale espressivo, tanto che, in questi mesi e pressoché con la stessa compagnia di attori, stiamo preparando la riduzione teatrale ispirata a Occhi tra le Foglie, un romanzo più maturo e, per certi versi, più drammatico. E’ poi in lavorazione un testo scritto appositamente per il palcoscenico e dedicato all’emigrazione lunigianese nei primi del secolo scorso. Insomma, mi si è spalancato un nuovo mondo per le mie storie!