La nostra testata ha incontrato Mario Taurino, giovane carrarese eletto in questi giorni alla segreteria nazionale dei Giovani Democratici (l’organizzazione giovanile del Partito Democratico). Con Taurino abbiamo parlato di politica nazionale ma anche della fase che sta vivendo attualmente il PD apuano.
-Una bella affermazione, non c’è che dire. Se l’aspettava?
–In tutta sincerità, no: è stato sorprendente ed emozionante il momento in cui il mio segretario regionale, Raffaele Marras, e il mio segretario nazionale, Mattia Zunino, mi hanno comunicato la nomina e la relativa delega all’associazionismo e al terzo settore. Avrò l’onere e l’onore di rappresentare sia Massa Carrara che l’intera Toscana e questo, oltre a rendermi orgoglioso ed estremamente felice, mi carica di grandi responsabilità a cui risponderò con impegno e serietà, mettendoci tutto me stesso. La cosa più importante, comunque, resta una: so bene di non essere solo e di poter contare sull’appoggio di tante ragazze e di tanti ragazzi competenti e intelligenti, potendo condividere con loro tutto quello mi attende. Questo mi dà fiducia e la certezza di poter svolgere un buon lavoro.
-La sua nomina può essere vista anche come un riconoscimento ai GD apuani?
-Assolutamente si. Ho avuto la fortuna di essere il segretario della giovanile di Carrara fino al 2014 e a ottobre dello stesso anno sono stato eletto come segretario provinciale: in questi anni abbiamo svolto un lavoro importante su questo territorio, provando a stare sui contenuti e portando, con costanza e serietà, il nostro punto di vista all’interno del dibattito pubblico. Siamo partiti praticamente da zero e posso dire con certezza che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro straordinario che tutte le ragazze e tutti i ragazzi di questa giovanile, in meno di due anni, hanno portato avanti: si pensi a quanto fatto, in sinergia con Partito, amministrazioni e Istituzioni di livello regionale e nazionale, dai GD della Lunigiana e da quelli di Massa, di Carrara e di Montignoso in materia di sviluppo del territorio e di opportunità di lavoro e di imprenditoria per le nuove generazioni; si pensi ai rapporti che abbiamo creato (o ricreato) con tante associazioni operanti nella nostra provincia all’interno dei più svariati settori o ai rapporti che abbiamo sviluppato a livello sovraregionale con le giovanili di La Spezia e di Parma per parlare delle caratteristiche comuni delle nostre territorialità e per condividere idee; si pensi alle tante battaglie che abbiamo combattuto e stiamo combattendo in materia di diritti civili, di parità di genere, di integrazione e accoglienza, di legalità, di giustizia e molto altro ancora, declinando il tutto all’interno delle nostre realtà locali; si pensi, ancora, al percorso che abbiamo lanciato in materia di disabilità e di barriere architettoniche o a quello sull’edilizia scolastica; si pensi, infine e soprattutto, a come questi miei compagni di viaggio abbiano saputo ritagliarsi un ruolo importante all’interno del nostro Partito e delle diverse realtà comunali in cui operano: ne sono un perfetto esempio i tanti giovani che, in questo momento, sono candidati a Montignoso e a Pontremoli, rispettivamente a sostegno dei candidati a sindaco, Gianni Lorenzetti e Francesco Mazzoni. Insomma: tale nomina deve indubbiamente essere vista come un grande riconoscimento per il lavoro che, tutti insieme, abbiamo svolto e, proprio per questo, sarò sempre grato ai miei ragazzi e non potrò mai fare a meno della loro vicinanza (politica e umana) e del loro sostegno.
-Quali saranno i suoi primi passi in veste di membro della segreteria nazionale?
-La delega che il segretario ha voluto affidarmi riveste, a parere mio e di molti, un’importanza fondamentale: all’interno del mondo dell’associazionismo e del terzo settore operano, infatti, migliaia di giovani che hanno deciso di impegnarsi quotidianamente per le loro comunità. Rispetto a questo, una giovanile di Partito, che vuole legittimamente porsi come rappresentante delle istanze di una generazione, ha il dovere di dialogare con queste realtà, di comprenderne bisogni, necessità e peculiarità, e di provare a tradurre tutto ciò in un’azione politica che veda il coinvolgimento del nostro Partito e delle Istituzioni. Da non dimenticare, poi, che siamo nella fase più viva della riforma del terzo settore: un atto importantissimo che coinvolgerà milioni di italiani e che ha visto la luce dopo due lunghi e complessi anni di lavoro. Anche in questo caso, il PD è riuscito a imprimere un deciso cambio di passo al nostro Paese e noi GD abbiamo il compito di coadiuvare i nostri rappresentanti istituzionali nelle prossime fasi di questo cammino: non è un caso che, prima di tutto, abbia voluto prendere contatti con alcuni parlamentari del mio Partito, chiedendo loro un confronto diretto che possa farci capire come poter lavorare insieme e al meglio. Premesso questo, il mio operato avrà una parola d’ordine chiara: condivisione. Da un lato, la condivisione con tutti i Giovani Democratici che hanno deleghe all’associazionismo e al terzo settore sia in ambito regionale che in quello locale: insieme proveremo a capire a che punto siamo nel dialogo con le associazioni e con i vari gruppi operanti nel volontariato, provando a ricostruire reti che sono di importanza vitale su tutti i livelli in cui i GD esistono e operano; dall’altro, la condivisione con associazioni e realtà del terzo settore, provando a intervenire su quelle “zone d’ombra” che, spesso, la politica tralascia o pone in secondo piano.
Gettare le basi di un lavoro sinergico con le associazioni significa sia dare vita a un lavoro qualitativamente migliore sia creare maggiori possibilità di coinvolgimento di intere porzioni della società che, in questo momento, faticano a partecipare attivamente alla politica.
-Il PD apuano sta attraversando una fase non facile. Cosa ne pensa?
-Il Partito Democratico, a differenza di altri partiti o movimenti che vivono di diktat dall’alto e che faticano a comprendere l’importanza della discussione interna, trae la propria forza dalla presenza di diverse sensibilità che si confrontano, dibattono e convivono: è chiaro che, molto spesso, trovare una sintesi sia tutt’altro che semplice. Per quanto riguarda il nostro Partito locale, credo fermamente che noi tutti siamo chiamati a tornare a fare quello che sappiamo fare meglio e cioè discutere e confrontarci in maniera sana, provando ad arrivare a una sintesi politica che abbia come obiettivo il bene del nostro territorio e l’elaborazione di nuovi modelli di sviluppo. Dobbiamo dare maggiore concretezza alla nostra azione di governo locale, attraverso una progettazione politico-amministrativa di lungo periodo che sappia dare risposte ai tanti bisogni dei nostri cittadini: ritengo che siano davvero pochi coloro che possano appassionarsi a piccoli battibecchi sui giornali quando, come tutti sappiamo, in questo territorio esistono gravissime criticità che vanno dalla necessaria salvaguardia del lavoro alla tutela dell’ambiente, passando per le infrastrutture e via dicendo. Per fare tutto ciò divengono necessari due elementi: da un lato, un lungimirante rinnovamento che sappia guardare anche (e soprattutto) alla grande risorsa che la nostra generazione rappresenta per il PD, non dimenticando per strada molti di coloro che, avendo maturato importanti esperienze politiche e amministrative, possono dare ancora molto alla nostra comunità; dall’altro, serve guardare oltre quelle “correnti” di cui tanto si parla. Personalmente, ho sempre voluto evitare l’utilizzo di questo termine, preferendo parlare di sensibilità e di punti di vista diversi: proprio questi ultimi, a mio parere, rappresentano un inestimabile bene per un PD che ha l’onere e l’onore di essere partito di governo su tutti i livelli. Tutto questo, però, si complica tremendamente quando il dibattito diviene scontro e quando i punti di vista si trasformano in semplici divisioni tra parti: il risultato che ne deriva non può che essere un indebolimento del nostro Partito e una consequenziale crescita di altri partiti o movimenti che fanno della demagogia e del populismo il loro pane quotidiano. Il Partito Democratico non può, non deve permettere tutto questo, avendo, al contrario, il compito di arginare certe derive che, personalmente, mi spaventano molto. Io, in tutta sincerità, non ho mai amato parlare di queste cose sui giornali perché ritengo che il PD sia l’unico partito esistente nel nostro Paese proprio per i grandi strumenti di democrazia interna che lo caratterizzano: il mio auspicio è che a Massa Carrara si torni a fare tesoro di tali mezzi e che, smettendo di alimentare diatribe sui media, si possano formulare risposte concrete rispetto a quelle criticità che sono attualmente sotto gli occhi di tutti ma che non considero insormontabili.
-E come si collocano i GD in questo scenario?
-Credo che sia sbagliato, e oserei dire inutile, provare a collocare da qualche parte la nostra giovanile perché i GD si collocano solo e soltanto all’interno del Partito Democratico. Più precisamente, i Giovani Democratici rappresentano una generazione, nata e cresciuta sotto il simbolo del PD, che lavora e lavorerà, giorno dopo giorno, con passione ed entusiasmo, perché questo Partito possa continuare a crescere e a governare, portando avanti un’azione riformatrice di cui vogliamo essere sempre più protagonisti. Noi GD non abbiamo bisogno di sapere dove stare: quello che conta è sapere di cosa vogliamo farci portatori e lottare con tutte le nostre forze, all’interno del nostro PD, perché i bisogni di milioni di giovani, che vivono in maniera diretta molte delle difficoltà di questo Paese, possano trovare finalmente delle risposte.