In questi giorni le cronache locali ci propongono due facce molto diverse del nostro settore lapideo che sembra soffrire di una specie di strabismo.
La prima riguarda cose che, come semplice cittadino prima ancora che come Presidente dell’Associazione Industriali, fanno indignare. L’evasione fiscale(attuata attraverso la sottofatturazione) è un fatto molto grave. Ovviamente a tutti deve essere riconosciuto il diritto di dimostrare la propria estraneità agli addebiti che emergono dalle indagini; lo stesso diritto vale ancora di più per alcuni addebiti già chiariti nelle fasi istruttorie che continuano ad essere riportati nelle cronache giudiziarie. In fatto di evasione la condanna dell’Associazione è ferma: non solo genera un indebito arricchimento per chi la commette, ma crea concorrenza sleale nei confronti di coloro (e sono la maggioranza!) che operano con correttezza e si confrontano lealmente sui mercati. Tutte le imprese devono svolgere le proprie attività nel rispetto della legalità e con senso di responsabilità: è su questi cardini che si costruisce la vera ricchezza di un territorio.
L’altra faccia l’ha ritratta il rapporto “Economia e Finanza” curato da Intesa San Paolo che ha posizionato il distretto del marmo di Carrara al terzo posto tra i campioni del Made in Italy, riconoscimento che certifica gli sforzi e le capacità messi in campo dai protagonisti del settore.
Mentre la prima ha avuto enorme risonanza, la seconda è stata praticamente ignorata, quasi che le professionalità dei nostri tecnici ed operai e gli sforzi di tante aziende per tenere alta nel mondo l’immagine del distretto fossero cose di poco conto. E’ vero che le intercettazioni pubblicate sui giornali sembrano individuare comportamenti evasivi particolarmente odiosi. Ma è altrettanto importante apprezzare l’impegno e le energie che aziende e lavoratori riversano nel settore lapideo, come ha messo in luce la ricerca sui distretti. Ricordo che nella sola parte industriale, cave ed imprese di trasformazione, operano 600 imprese per un’occupazione totale di circa 3.800 lavoratori. Se vi aggiungiamo altre 400 imprese con rispettivi dipendenti che svolgono attività di commercio all’ingrosso di marmi e altre pietre, arriviamo a 4.800 addetti. In pratica l’8% delle persone occupate nella provincia di Massa Carrara lavora nel lapideo, settore che esporta 500 milioni di prodotti di marmo lavorati (non di blocchi). A questi numeri vanno aggiunte le attività che gravitano nel suo indotto: trasporti, meccanica delle pietre, prodotti ausiliari e tutto l’insieme di servizi legati al mondo del marmo. Compreso tutto questo, il settore lapideo dà lavoro a circa 12.000 persone, pari al 15% del totale degli occupati della nostra Provincia. Questo patrimonio di professionalità è una ricchezza nella quale la comunità locale deve potersi riconoscere e della quale deve andare fiera.
Nel rispetto del lavoro della magistratura, ribadiamo, con tutta Confindustria, la condanna delle pratiche escogitate per eludere le imposte, e chiediamo con forza che un intero settore del territorio non venga criminalizzato per presunte irregolarità, ancorché gravi, commesse da pochi. Le responsabilità di questi ultimi, sempre se saranno confermate, non devono in ogni caso condizionare il sentiment generale nei confronti delle maggioranza delle imprese che operano correttamente e che fanno girare la nostra economia.
Erich Lucchetti
Presidente Associazione Industriali Massa Carrara