Come evidenziano istituti di ricerca e organi di governo, il quadro congiunturale macro economico sta virando verso una moderata ripresa che però, a livello locale, per una serie di fattori burocratici ed amministrativi rischia di essere ancora più debole.
Un caso esemplare dei molti freni che vanificano gli sforzi delle imprese di tornare a gareggiare sui mercati è la difficilissima situazione in cui opera il polo produttivo di Via Argine Destro ad un anno dalla devastante inondazione del 5 novembre 2014. Parliamo di aziende che non si sono arrese, hanno reagito con tenacia e coraggio, e insieme ai loro lavoratori, hanno bonificato capannoni e piazzali, riparato motori e quadri elettrici, sostituito gli impianti più danneggiati; insomma hanno fatto tutto quello che potevano fare per riprendere l’attività. Confidando sugli impegni assunti dalle Amministrazioni sulla messa in sicurezza dell’area in tempi ragionevoli, gli imprenditori non hanno chiuso i cancelli ma hanno fatto investimenti per milioni di €.
Ad un anno dall’alluvione, però, i promessi interventi di messa in sicurezza dell’argine del Carrione sono ancora lontani, e tutte le volte che piove in maniera abbondante si teme che possa ripresentarsi uno scenario che nessuno vorrebbe rivedere. Non solo: l’accesso dei mezzi si svolge ancora su una pista provvisoria progettata per resistere pochi mesi e abbandonata senza gli interventi di manutenzione; la segnaletica, invece di attirare, respinge i visitatori; la frammentazione dell’amministrazione e le burocrazia, infine, rendono complicato anche il semplice taglio dei canneti che ostacolano le manovre dei trasportatori.
Le imprese che operano lungo l’Argine Destro sono pezzo importante della filiera lapidea locale con la segagione dei graniti, il trattamento delle lastre dei marmi fratturati, i laboratori artigiani e i numerosi depositi di materiali: sono più di venti aziende per un totale di 150 addetti diretti e molti altri che operano nell’indotto. Per tutto il comprensorio del marmo apuo-versiliese questo polo rappresenta un primario punto di riferimento in termini di professionalità e capacità produttive. Ma “se non si ripristinano presto condizioni operative e collegamenti normali”, confessano amareggiati gli imprenditori, “non solo non vedremo la ripresa ma non ci sarà futuro né per le imprese né per i loro dipendenti”.