Immigrazione, sanità, territorio: questi gli argomenti che abbiamo affrontato oggi nel nostro percorso di incontri con i candidati in regione. A risponderci, Andrea Cella, esponente della Lega Nord e responsabile provinciale del partito.
Da responsabile provinciale di Lega Nord come vede la presenza di siti adibiti all’accoglienza di immigrati, provenienti da zone di guerriglia come Libia ed Eritrea, tra Massa e Carrara?
Lo vedo come l’ennesimo insulto alla dignità dei nostri cittadini e degli stessi immigrati. Non siamo onnipotenti, non possiamo permetterci di accogliere altre persone quando non siamo nemmeno in grado di badare ai nostri cittadini indigenti. Questa situazione fa comodo ai “professionisti del sociale”, che prendono lo stipendio sulla pelle dei clandestini con i soldi delle tasse dei cittadini, sempre più tartassati sia localmente che dal governo di Roma. Infatti è notizia recente di nuovi aumenti delle bollette di GAIA e di stangate TARI. Andando avanti così si andrà incontro al collasso totale e all’aumento dell’odio civile: i veri portatori d’odio sono i governi che non hanno interesse a risolvere il problema. L’unica soluzione attualmente è quella di imporre un blocco navale e, se necessario, arrivare a creare i centri d’accoglienza direttamente sulle coste libiche. Reputo infatti la guerra a Gheddafi un errore imperdonabile, di cui la Libia e l’Italia stanno pagando gravi conseguenze. Ricordo che grazie agli accordi di Maroni ministro dell’interno nel 2009, gli sbarchi si erano limitati a circa 4000 l’anno. Oggi se ne stimano 200000.
Quali sono i punti chiave della sua campagna elettorale?
Il mio programma è lo specchio del programma della Lega Nord, con particolare attenzione alle peculiarità della Provincia di Massa Carrara, che conosco bene perchè ci sono nato e vissuto. Quindi non mi dilungo troppo su FLAT TAX, lotta allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e maggiore sicurezza, già ampiamente spiegati dal programma del Carroccio. La Provincia di Massa Carrara è distante da Firenze non solo fisicamente, ma anche politicamente: siamo troppo spesso dimenticati quando c’e’ da intervenire per sanare eventi emergenziali come le frequenti frane montane. I Consiglieri Regionali eletti nella nostra Provincia si sono scordati troppo spesso da dove sono venuti, come il fantastico Rossetti che non ha difeso l’Ospedale Pediatrico Apuano quando in Regione se ne proponeva lo smembramento. Reputo invece importante tutelare le eccellenze come l’OPA e avere un occhio vigile su come verranno spesi i soldi dalla Regione Toscana.
Diversi disastri ambientali hanno investito il territorio toscano, in particolare la provincia di Massa-Carrara, dimostrando una scarsa preparazione ad affrontare tali situazioni da parte delle strutture architettonico-ambientali di questa determinata zona. Nel suo programma elettorale c’è un piano di risoluzione per affrontare questi deficit di sicurezza?
-Purtroppo questo problema è stato aggravato dalla noncuranza delle passate amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Troppo spesso si è lasciato costruire in modo indiscriminato; ad esempio, nel comune di Montignoso (da dove provengo e dove svolgo il ruolo di Consigliere Comunale) quasi tutte le case costruite nelle frazioni montane scaricano le acque nei terreni e non sono quindi provviste di fognature. Se questo si unisce alla scarsa manutenzione delle piante e del sottobosco e all’assenza di interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, le frane sono inevitabili. Ormai la tattica delle amministrazioni comunali è quella di aspettare il danno per poi affidare lavori di somma urgenza alle ditte di fiducia e tirare per la giacchetta la Regione. Invece è necessario un piano di prevenzione del dissesto e maggiore cura delle nostre montagne, coinvolgendo anche i residenti con ad esempio la Cittadinanza Attiva; un patto tra amministrazione e singolo cittadino, in cui il cittadino si impegna volontariamente a svolgere alcuni lavori per il Comune a fronte di una riduzione delle imposte TARI o TASI.
Si è parlato molto, in quest’ultimo periodo, di alcune anomalie riguardanti Gaia S.p.A. come la presenza in bolletta di un onere scaturito dalle agevolazioni concesse alle popolazioni emiliane colpite dal terremoto del 2012, ma che a sua volta viene pagato da coloro che si trovano in situazioni di disagio causate dal sisma del 2013. Ad aggiungersi a questa polemica, va anche la presenza di alcuni debiti contratti con gli enti amministrativi comunali, che risultano parzialmente saldati o addirittura in sospeso. Lei come si pone riguardo a questa vicenda? Pensa che, nel caso fosse eletto consigliere regionale, prenderebbe dei provvedimenti chiarificatori a riguardo?
Li prenderei eccome, dei provvedimenti. GAIA è una delle più grandi fregature del nostro tempo, ha accumulato debiti con tutti i Comuni che l’hanno accettata (solo a Montignoso 2,8 milioni di Euro) e ora vuole imporre aumenti delle bollette con la scusa di voler ripagare tali debiti. Invece sappiamo bene che non verranno ripagati. Oltretutto è paradossale come si vogliano usare i soldi degli aumenti delle bollette, e quindi dei cittadini, per ripagare debiti che la società ha verso i Comuni, e quindi proprio verso i cittadini! Questo sfruttamento legalizzato dei nostri soldi deve finire, e per questo da Segretario Provinciale della Lega Nord ho già appoggiato più volte le iniziative dei comitati anti-GAIA come MASSA-NOGAIA; penso ad esempio che sia giusto far esprimere i cittadini sul restare o meno dentro GAIA (che ricordo essere una S.p.a. e quindi può essere liquidata ed eliminata) tramite un referendum. Penso che il NO vincerebbe largamente. E’ assurdo come le bollette siano rincarate in modo esponenziale, a fronte di un servizio uguale o peggiore e nessun investimento di rilievo sulla rete idrica. Ricordo che i depuratori regolarmente collassano nei mesi di Luglio e Agosto, rendendo invivibili tali mesi a molti cittadini e rovinando la stagione turistica e il mare delle nostre coste. Tale situazione non è da correggere, è proprio da stravolgere, dismettendo una società che non ha mai funzionato a dovere.