La vicenda accaduta qualche giorno fa ad Aulla, dove una ragazzina quattordicenne è stata molestata da un gruppo d’immigrati, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e la regolamentazione dell’immigrazione in Lunigiana. A parlare sia come madre che come rappresentante zonale di Fdi-AN (Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale) vi è Emanuela Busetto “Lo scalpore dell’ accaduto crea angoscia fra la popolazione” ha commentato “anche se il tutto si è risolto con tanta paura, poteva andare peggio e poteva capitare a chiunque.
E’ comprensibile il sentimento che arieggia fra la popolazione, gli immigrati irregolari si aggirano sul nostro territorio spadroneggiando, spavaldi e forti della loro immunità che lo Stato italiano, in primis, amministrazioni, giudici e prefetti gli riconoscono in qualità di profughi. Dopo l’accaduto la visione dovrebbe essere chiara a tutti: non si tratta di profezia ma di una triste realtà dove l’italiano subisce soprusi e maltrattamenti sistematici.
Proprio Aulla era già stata nel mirino per la ‘RSA Michelangelo‘ che, tramite progetto ‘SPRAR‘, quindi tramite fondi ministeriali, ospitava una ventina di profughi richiedenti asilo. Vogliamo sperare che non siano proprio di queste persone ad aver molestato giorni fa la giovane e se non dovesse trattarsi di loro allora ci chiediamo chi siano e a che titolo si trovino in Lunigiana. Anche la Via Francigena che collega Terrarossa ad Aulla non è certo una zona tranquilla, non è difficile incontrare i ‘nuovi arrivi’ in gruppetti spavaldi o appostati all’altezza del Masero attaccati al cellulare in attesa di che cosa non si sa o a bere birra, nonostante il corano vieti l ‘uso di alcolici in quanto inebrianti della mente. Tante anche le persone che lamentano accattonaggio all’uscita dei supermercati di zona costrette a dare spiccioli, e non solo, ai vari immigrati che con fare minaccioso e forti delle loro buone strutture fisiche intimidiscono donne ed anziani, non sono immuni ad atti di soprusi perpetrati ai danni di italiani molti comuni della Lunigiana. Ho già citato il caso di Filattiera prosegue Emanuela Busetto in cui, una casa di edilizia pubblica è stata assegnata, e non si capisce a quale titolo, ad una famiglia marocchina con prole che utilizza esclusivamente come residenza estiva precludendo l’accesso a residenti aventi diritto. Non siamo disposti continua” conclude Busetto “a barattare la nostra sicurezza in cambio di limitazioni di libertà. Sono entrambi elementi imprescindibili sui quali si fonda la nascita dello Stato italiano. Chiediamo invece più tutela non solo da parte delle forze dell’ordine, che già vigilano, ma soprattutto da parte dei primi cittadini. Vogliamo amministrazioni meno compiacenti ai diktat del governatore Rossi che, avendo perso il primato del fiore all’occhiello sulla sanità evidentemente ora punta a quello sull’accoglienza”