Sempre meno negozi tradizionali, crescono invece le attività ambulanti. Il turismo tiene, ma dal 2000 in provincia perse 2,6 milioni di presenze.
Queste le cifre che il presidente di Confesercenti Massa Carrara Paolo Arpagaus ha “estratto” dal “Rapporto Economia Massa Carrara 2016” elaborato dall’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Massa Carrara, e presentato l’11 giugno scorso presso lo stabilimento ex Eaton a Massa. “Uno studio che dimostra – spiega Arpagaus – come il settore commercio, in particolare, stia attraversando un periodo molto critico. Il saldo aperture e chiusure è ancora negativo; alcuni settori riescono a reggere meglio di altri, la somministrazione nella fattispecie di bar e ristoranti, ma sostanzialmente gli effetti della famosa ripresa sul territorio apuano tardano a raggiungere il medio e piccolo commercio con una contrazione del fatturato che si attesta al 4%, un dato significativo da notare è che anche la grande distribuzione perde il 2 %”. Entrando nello specifico, come detto, tiene il settore degli ambulanti che negli ultimi cinque anni registra un incremento di circa 300 attività; una crescita pari al 30 %, il doppio rispetto alla media toscana (a fronte di una perdita di 170 attività in sede fissa). La maggior parte delle attività ambulanti sono localizzate in Lunigiana, in particolar modo nei comuni di Tresana, Mulazzo e Filattiera. “Solo per fare alcuni numeri, in termini assoluti, la nostra provincia ha il 40% in più degli ambulanti di Arezzo, il doppio di Grosseto, il triplo di Siena. Anche se occorre sottolineare che l’ambulantato nel 2015 ha perso il 10% del fatturato e quindi emergono i dubbi e le perplessità. La crescita del commercio ambulante, costante anche durante la crisi, chiaramente è stata spinta dalla componente straniera ed in particolare extracomunitaria poiché questo tipo di attività rappresenta la via più semplice per la permanenza nel nostro paese – aggiunge il presidente Confesercenti -.
Per quanto riguarda il commercio a sede fissa, cresce di poco il comparto alimentare ( più 0,9%) con ampie oscillazioni all’interno delle singole categorie, si va da una perdita dell’11,6% delle pescherie all’incremento del 17,2 % delle panetterie. Colpisce infatti che i settori più dinamici siano quelli che presentano meno spese di avvio e costi di gestione più leggeri, come per l’appunto le attività itineranti. Il caro affitti e l’incremento di imposte e tariffe stanno indirizzando i due settori verso una forte destrutturazione, spingendo commercio e turismo fuori dai negozi, verso la strada ed il web. E stanno ridisegnando i contorni delle nostre città, in particolare dei centri storici, dove i negozi continuano a diminuire, sostituiti solo parzialmente da pubblici esercizi e attività ambulanti. Su queste ultime, però, aumentano anche i dubbi e le perplessità”. Tiene sostanzialmente il comparto del turismo, che nel 2015 registra una leggera ripresa, +0,7% di presenze. Il contributo importante per l’ottenimento di questo risultato è dato dagli alberghi di fascia più elevata che registrano un + 10% di presenze, dai B&B e affittacamere +13% di presenze e dai campeggi che, nonostante il calo degli arrivi, registrano un +1,4 di presenze grazie all’allungamento della permanenza media della clientela. Conclude Arpagaus: “La costa fa la parte principale, ma una Lunigiana, con il suo entroterra e le sue tipicità ha buoni sviluppi e ancora ampi margini di crescita. Sul turismo abbiamo lanciato tempo fa una proposta concreta all’amministrazione di Massa su una progettualità importante e qualificata dell’area di costa che comprende le Colonie. Continuiamo a credere che la progettualità pubblica, attraverso un bando che veda coinvolta Regione Toscana e amministrazione locale, sia l’unica possibilità per far fare un vero salto di qualità nell’offerta turistica del nostro territorio”.