Sono ormai aperte da qualche mese le porte del Nuovo Ospedale Apuano, progetto disegnato e affidato a un esponente italiano della nuova architettura contemporanea italiana, il bolognese Mario Cucinella.
Il N.O.A. fa parte infatti di un progetto unico, denominato come progetto dei “Nuovi Ospedali Toscani“, sostituzione ai vecchi presidi ospedalieri di Massa, Carrara, Lucca, Pistoia e Prato.
Il progetto dei quattro ospedali, risultato del project financing e della collaborazione tra sanità e architettura, ha avuto origine ed è stata oggetto nell’ambito del programma di ricerca sanitaria dal Ministero della salute, con conclusioni della Commissione Ministeriale coordinata dall’architetto Renzo Piano, nell’elaborazione di un nuovo modello di ospedale.
Ma come si sviluppa il progetto del N.O.A., in rapporto al modello ideale proposto dell’archistar Renzo Piano?
Innanzitutto si abbandonano i cliché tradizionali della progettazione ospedaliera, per far posto a un modello diverso, e il primo passo, e il primo principio guida secondo Renzo Piano, da fare nella società attuale, è quello di “recuperare una visione di umanizzazione dell’ospedale“.
Analizzando le tipologie ospedaliere ottocentesche a padiglione, e novecentesca a monoblocco, l’architetto ha estrapolato e mixato le caratteristiche positive da entrambi.
Se nelle strutture a padiglione si aveva una percezione di attenzione verso la persona, grazie alla presenza di verde e spazi aperti, dall’altra ciò crea una dispersione ed eccessiva confusione, anche per i pazienti. Per questo motivo era stata scelta, successivamente, la tipologia a monoblocco. Questa tipologia, distribuita tutta in altezza, aveva perciò il vantaggio di non essere più dispersiva, riuscendo a contenere tutto nello stesso edificio, e dando luogo certamente a una maggiore funzionalità.
La “struttura orizzontale” risulta perciò la scelta migliore. L’ospedale abbandona l’immagine di fortezza ostile, astronave estranea e calata dall’alto nella città, che copre o ostruisce il paesaggio circostante. Diventa orizzontale, con al massimo tre o quattro piani fuori terra, e un arretramento del recinto fino a quasi perdersi nell’orizzonte urbano.
Questa nuova forma di ospedale permette di rispondere al secondo punto del decalogo di Piano, l’urbanità: integrazione e la città.
Il corpo ospedaliero, dalla pianta compatta quadrata, nello specifico, è composto da due distinti corpi, uno dedicato alle funzioni proprie dell’ospedale, e l’altro – denominato corpo economale – per i laboratori, cucine e mensa, centrali tecnologiche e altre funzioni necessarie alla conduzione dell’attività ospedaliera.
Dal punto di vista architettonico la particolarità dell’edificio sta però nell’involucro esterno. L’involucro, è realizzato, secondo le tecniche più moderne, con il sistema della facciata continua.
I pannelli sandwich di tipo alucobond, o le cosiddette cellule, che rivestono a nastro ognuno dei livelli fuori terra, sono fissate su una intelaiatura portante di montanti e traversi in alluminio a taglio termico, fissata a loro volta al fabbricato con collegamenti di tipo metallico a secco. Gli elementi vetrati, di altezza pari al piano e arretrati rispetto al filo facciata, si alternano quasi in maniera casuale ai pannelli, e dove necessario, sono dotati di un sistema di schermatura solare in lamella di alluminio.
Le tonalità scelte per i pannelli, si alternano sulle facciate e richiamano fortemente il territorio Apuano, creando una connessione con colori del marmo, e che vanno dal bianco al nero, passando da due tonalità di grigio. Scelta prevista per integrarsi al meglio al contesto urbanistico e paesaggistico.
Integrazione dunque, ribadita anche dall’architetto Mario Cucinella: << La riflessione sul nuovo ospedale – dice infatti Cucinella – rilancia uno dei temi oggi più importanti, quello del rapporto fra l’edificio pubblico e lo spazio circostante che l’edificio può contribuire a riqualificare, rilanciare, aprire al pubblico.>>
Un luogo pubblico connesso alla città, perché una nuova struttura come questa, può di certo rilanciare o far nascere, dal punto di vista economico delle nuove attività commerciali, sopratutto nelle zone periferiche, socialmente lasciate a se stesse. Quindi risposta concreta al terzo punto di Piano, “Socialità: appartenenza e solidarietà.”
Per creare urbanità servono gli spazi commerciali, come il ristorante, il bar, il giornalaio, il fioraio, e così via, e questi possono essere un valido aiuto sia per i malati che per i parenti. Queste attività oltre che all’esterno della struttura sono pensate anche all’interno, motivo di diretto e stretto contatto con l’urbanità del luogo.
Il collegamento con l’area di riferimento è un’altra cosa importate per il territorio, e per il legame che si deve creare.
Il Nuovo Ospedale Apuano, situato baricentricamente rispetto all’area vasta, a cui l’ospedale fa riferimento, è dotato di tre ingressi, ed è posizionato in prossimità dello svincolo autostradale di Massa sulla Genova-Livorno A12 e, del lungomare, ed è quindi facilmente raggiungibile.
L’accessibilità e la fruibilità sono fattori assolutamente da non sottovalutare, nella scelta della zona su cui costruire questo tipo di strutture.
Importante per Renzo Piano è anche l’organizzazione, altro punto del suo decalogo. Facile da raggiungere, il nuovo ospedale si caratterizza proprio per una viabilità interna alle aree, che separa i flussi, e persino i parcheggi, fra i visitatori ed operatori. Questa separazione dei percorsi e funzioni si riflette persino all’interno, per facilitare la divisione delle attività e garantire maggior efficienza e sicurezza. Nell’atrio centrale, snodo del flusso dei visitatori, sono presenti i nodi verticali che collegano i vari livelli di degenza, e le scale mobili, che permettono un immediato accesso al piano primo, individuato come luogo pubblico. I percorsi interni seguono così una logica, ed una separazione rigorosa.
Altro elemento importante è il verde, che alleggerisce, e quasi annulla quel troppo vicino confine tra “dentro” e “fuori“.
La recinzione arretra, il verde entra nell’edificio, orizzontale, come il territorio che lo circonda, svolgendo quel ruolo di vero elemento di coesione. Il verde, è difatti elemento imprescindibile, in quanto, oltre a svolgere la funzione di barriera acustica, assorbe lo smog, crea un microclima ed abbassa le temperature estive, ma al contempo dà armonia e serenità ai degenti, che ne possono usufruire durante la giornata.
L’elaborazione teorica dell’ospedale moderno di Renzo Piano, si basa infine anche su altri principi, non meno importanti: interattività, appropriatezza, affidabilità, innovazione, ricerca e formazione, aspetti legati alla professionalità del personale medico, ma anche alle tecnologie messe a loro disposizione.
La maggior parte dei principi enunciati da Renzo Piano sono quindi presenti nel progetto del Nuovo Ospedale Apuano, ma questo modello sarà quello giusto?
Saluti e alla prossima!
Brunetta Ulivi.
Foto 1,12,13: http://www.usl1.toscana.it/sezioni.php?seid=826
Foto 3: http://www.mcarchitects.it/project/ospedali-toscani
Foto 2,4,5,6,7,8,9,10,11: http://www.usl1.toscana.it/upload/allegati/4227.pdf