Draghi sembra riconfermare la linea chiusurista del suo predecessore, pur con qualche alleggerimento (ad esempio l’ipotesi di riaprire, con notevoli limitazioni, cinema e teatri).
A questo punto, gli scenari futuribli potrebbero essere tre:
-Draghi ha intenzione di attuare un vero cambio di rotta, come alcune nuove nomine potrebbero far supporre (Figliuolo, Gabrielli, Curcio e i rumors su uno stravolgimento del discusso e discutibile CTS) ma non ha voluto che il suo primo passo costituisse una rottura troppo evidente e traumatica con la gestione-Conte
-Draghi ha intenzione di attuare un cambio di rotta, ma solo per quanto riguarda la campagna vaccinale e determinati aspetti della gestione economico-finanziaria, non i criteri delle chiusure
-Draghi ha intenzione di mantenere invariata la linea del vecchio esecutivo
Nei casi 2 e 3, a perdere non sarebbe soltanto lui ma soprattutto il blocco verde-azzurro (e in primis la Lega), referente d’elezione della media-piccola imprenditoria, delle partite IVA, degli esercenti, ecc. Ciò a tutto vantaggio della Meloni e del suo FdI, che raddoppierebbero i consensi. Resterebbe allora da capire quanto FI e Carroccio accetterebbero di mantenere in vita o inalterato un progetto per loro suicida.