Avvisi di sospensione del servizio idrico stanno invadendo negli ultimi giorni i comuni della Lunigiana risultando apparentemente nella norma se non fosse che, l’arrivo di tali documenti, è corredato da numerose anomalie. La prima riguarda la modalità di consegna avvenuta tramite un addetto che si è presento al cliente con una cartelletta rossa contenete una notevole somma di fogli “sfusi”, privi sia della riservatezza di una busta sia di una ricevuta di consegna e in alcuni casi questi ultimi vengono mostrati pubblicamente agli abitanti dei paesini chiedendo indicazioni sull’abitazione a cui citofonare per lasciare l’incriminato sollecito. La seconda ha destato ancor più sospetto dato che la maggior parte dei cosiddetti “debitori” aveva saldato regolarmente le bollette dell’oramai famosa Gaia S.p.A. , ente responsabile della gestione delle acque nelle provincie dell’alta Toscana, e che in nessuna fatturazione precedente vi fossero notifiche riguardanti delle presunte irregolarità nei pagamenti, anche se nelle sopraccitate avvertenze vi sia riportata la seguente dicitura “Egregio Cliente, nonostante i solleciti ricevuti, non ha provveduto al versamento della somma di ******€, relativa alle bollette scadute e non ancora pagate, Gaia S.p.A ha disposto l’interruzione del servizio idrico, che sarà eseguito senza ulteriore preavviso“. Infine la terza, più sconcertante delle altre, è che queste richieste di retribuzione sono pervenute anche a coloro che, a causa dell’inagibilità delle abitazioni terremotate, avevano sospeso il contratto con la società provvedendo alla chiusura del contatore. Sembrerebbe però che le suddette rinunce non siano avvenute in maniera “consona” e che per questo motivo le cifre di mora che i contribuenti si troveranno a dover saldare, per una mancata prestazione, sono superiori a 2000 euro. La popolazione scossa e adirata dall’ennesima ondata di tasse extra chiede spiegazioni a Gaia S.p.A chiamata plurime volte in causa per situazioni analoghe come gli oneri imposti ai terremotati lunigianesi in favore delle agevolazioni concesse alle vittime del sisma emiliano, la questione dei depuratori “fantasma” addebitati nelle bollette malgrado la loro inesistenza e i numerosi debiti contratti con le amministrazioni comunali e tutt’ora saldati solo per il 10% del cifra totale.