Puntualmente, al rientro da un viaggio, dopo aver visitato un castello e in questo caso quello di Ferrara, mi coglie un profondo sconforto, sconforto che questa volta ha superato ogni limite. Apprendo infatti dalla stampa che “sono stati trovati 211.285 euro per ristrutturare una sala del castello e adibirla a esposizione permanente dei prodotto vitivinicoli delle nostre colline”. Premesso che l’iniziativa di promozione dei nostri vini è senza dubbio meritoria, molto meno a mio avviso è riservarle una sala del nostro maniero. Non poteva essere scelta un’altra collocazione ? e se proprio castello doveva essere non sarebbe stato preferibile adattare le cantine, habitat naturale del vino in bottiglia? Ma mi chiedo: come è possibile che si riescano ad ottenere finanziamenti europei per promuovere il vino e non per riparare la merlatura danneggiata due anni fa da un fulmine e per dotare il castello di quelle strutture che lo rendano degno di tal nome ? Numerosi sono i reperti archeologici da esporre che giacciano in decine di casse e non manca di certo il materiale illustrativo, facilmente riproducibile dall’originale, che è conservato in abbondanza presso il nostro Archivio di Stato. Prima di ogni altra cosa il castello, un castello senz’anima come ho esternato in più di una occasione, dovrebbe raccontarsi con la sua storia, quella dei suoi Signori e dei suoi abitanti ed avere di suo capacità di attrarre turisti (che poi magari potrebbero acquistare anche il vino). Annualmente la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara elargisce al Comune una consistente erogazione, un tempo maggiore ma pur sempre importante. Faccio voti a che il prossimo finanziamento venga richiesto non per sovvenzionare gli effimeri spettacoli estivi delle notti, che siano bianche, rosa o di altro colore poco importa, ma sia rivolto a dotare il castello di quelle strutture in grado di rendere il visitatore, che attualmente “visita” il nulla, edotto ed incuriosito della nostra storia, pur minore che sia. Già aleggiano sul maniero le sculture africane di Julio Silva, al portone bussano le opere di Robert Carroll, mancava giusto il vino. Ma questo, solitamente, non si accompagna a Bacco e a Venere ? Prepariamoci dunque ai baccanali, lo Spino Fiorito ne è solo un provino che con vino ci fa pure rima.
Franco Frediani