Trentatré anni fa, il 17 marzo 1983, moriva Riccardo Rossi, lo scultore de cà nostra, come lo avrebbe definito il compianto Mario Germani, ma che da cà nostra non ha ancora avuto quel riconoscimento ufficiale cui avrebbe diritto. Per quanto ha dato, poco ha ricevuto e sarebbe invece il momento di rimediare. La richiesta di titolargli una strada, magari quella via Sopramonte che per tanti anni accolse il suo laboratorio, giace inascoltata da oltre due anni negli uffici comunali e spiace dover rilevare come nel frattempo siano state decise e autorizzate altre titolazioni, seppur successive alla nostra richiesta. Una richiesta che giace nel cassetto unitamente a quelle per Cesario Fellini e per la titolazione dell’aeroporto a Pietro Massoni e Ginetto Brizzolari. Facciamo voti dunque all’Amministrazione a che, finalmente, prenda una decisione in merito, decisione di cui saremo i primi a felicitarci.
Franco Frediani