Si è tenuta ieri mattina presso la Sala Consilare del Comune di Fivizzano la conferenza stampa della Lega Nord Toscana dal titolo “Noi realisti, voi razzisti con gli italiani. Basta clandestini“. Coordinata dal responsabile nazionale enti locali Lega nord, Pietro fontana, la manifestazione ha visto susseguirsi due importanti interventi, il primo di Irina Sokolova, Responsabile immigrazione Lega Nord Toscana, ed il secondo di Erika Moscatelli, esponente del partito e candidata alla carica di Consigliere Regionale. Ospite d’eccezione dell’evento fivizzanese è stato Toni Iwobi, responsabile federale del dipartimento per l’immigrazione della Lega Nord, cittadino italiano di origine nigeriana e militante nella fazione politica da ben ventidue anni. La sua testimonianza è stata il fulcro dell’evento poiché ha raggiunto l’Italia con un visto da studente nel 1976 e dal giorno del suo arrivo ha lottato con tutte le forze per riuscire ad integrarsi nella società tricolore, un mondo nuovo e sconosciuto per un giovane immigrato africano. Iwobi è passato da un lavorar all’altro per potersi mantenere agli studi informatici, fino a riuscire a raggiungere tale obiettivo laureandosi a pieni voti ed aprendo un’ azienda nella quale lavorano tredici persone.
Prima di prendere parte al congresso ha rilasciato una breve intervista.
Come si è sentito in questi ventidue anni all’interno del partito leghista, sapendo che la maggior parte della popolazione italiana lo etichetta come “razzista”? Si rende conto che molti la definirebbero “un paradosso”?
Vorrei dire subito chiarire questo pensiero negativo e ribadire che non mi sono mai sentito discriminato all’interno della Lega Nord, anzi ho sposato fin da subito le ideologie che lo caratterizzano in particolare mi avvicinai a questa filosofia di pensiero perché apprezzavo la proposta dell’attuazione di un federalismo fiscale in Italia.
Qual è la sua idea d’immigrazione, visto che lei in prima persona ha vissuto la condizione di cittadino africano in una terra straniera?
Io ritengo che la situazione attuale d’immigrazione, in particolare quella clandestina, sia mal gestita ed incontrollata. Purtroppo la mancanza di una corretta vigilanza sta portando scompiglio ed insicurezza tra coloro che raggiungono stremati le coste del nostro paese, che privi di una guida e di un supporto adeguato, vivono in una condizione di disagio costante.
Lei, dunque, ritene che l’immigrazione debba essere gestita secondo specifiche normative di legge?
Assolutamente si, io stesso ho toccato con mano la sofferenza di coloro che fuggono dalla propria terra e trovo ingiusto che vengano illusi di poter trovare un lavoro in Italia, dove non vi sono concrete opportunità lavorative nemmeno per i nostri giovani, per primi trascurati dalla società attuale e proiettati nel baratro della disoccupazione.