Nei giorni scorsi corsi sono apparsi diversi articoli di cronaca locale riguardarti un botta e risposta avvenuto tra i sindaci di Fivizzano e Fosdinovo per il frequente passaggio dei camion, provenienti dal Monte Sagro, nelle strade che attraversano quest’ultimo. Lo presa di posizione del Paolo Grassi, primo cittadino fivizzanese, ha fatto insorgere diversi dubbi nella minoranza leghista, rappresentata dal tenace consigliere agninese Giuliano Novelli, che no ha esitato a presentare le sue rimostranze.
“A Fivi-Grade (la Fivizzano dell’Unione Sovietica) il Sindaco ha aperto una nuova querelle con la collega di Fosdinovo Camilla Bianchi, del suo stesso partito, per il passaggio dei camion che trasportano il marmo dalla Valle del Sagro. Grassi -commenta il capogruppo di Uniti per Vincere- sembrerebbe molto preoccupato per i dipendenti delle aziende marmifere di Vinca, ai quali ha espresso solidarietà per la battaglia intrapresa con Cgil . Cogliendo questa opportunità vorrei chiedere al primo cittadino come mai, a fronte della mia mozione sulla riapertura della Cava Crespina per permettere alla Ditta Ferrari, che è anche comproprietaria e da lavoro a 10 famiglie più tutto l’indotto, di tornare a lavorare, non ha speso una sola parola anche per la difesa di quei posti di lavoro? Forse ci sono aziende di serie A e B così come gli operai stessi. Il sindaco Grassi e la Cgil hanno ignorato i dei dipendenti di aziende di serie B, non in linea con gli attuali amministratori della Comunione dei Beni Sociali di Vinca, che da mesi e mesi sono a casa in cassa integrazione. Pretendo –conclude Novelli – tutte le spiegazioni del caso e per ciò ho presentato una mozione, che verrà discussa nel prossimo consiglio comunale riguardante l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle Cave di Marmo“. Alle richieste di chiarimento del consigliere Novelli si aggiunge l’Associazione Volontaria per Tutela dei Beni e i Diritti degli appartenenti alla CBSV, sottolineando che, oltre alla sentenza n.748/2015 del 30 giugno 2015 che ha dichiarato il mandato conferito agli amministratori della CBSV estinto nel 1993, condannando le stesse persone a rifondere le spese, è stata vinta un’altra sentenza la n.905/2015 del 25 agosto 2015, che dichiara la mala gestione amministrativa della CBSV e li condanna nuovamente alla rifusione delle spese.