E’ un viaggio soleggiato quello che intraprendiamo per andare a incontrare Diletta Sisti, giovanissima barista che assieme ai fratelli e la mamma manda avanti il locale di famiglia nel piccolo paesino di Gragnola, frazione del comune di Fivizzano. E’ la prima protagonista della nostra nuova rubrica bisettimanale ‘Volti di Lunigiana’, dove ragazzi e meno giovani racconteranno come hanno trasformato le loro più grandi passioni in un vero e proprio mestiere. La protagonista della nostra storia è una maga della ‘latte art’, una speciale tecnica di decorazione dei cappuccini nota e appressata in tutto il mondo. Diletta ci aspetta al bar, dove entusiasta e con gli occhi che brillano per l’emozione inizia ad introdurci nel magico mondo del latte ricamato “Faccio cappuccini da quando ho 15 anni, sono nata e cresciuta in questo bar. Nel mio mestiere ho sempre pensato che avrei dovuto far qualcosa di diverso, per distinguermi, così un giorno, per caso, ho realizzato un cappuccino con un cuoricino. Da quella volta ho avuto il primo impulso positivo verso la latte art, ero incuriosita e affascinata perciò decisi di partecipare con mia madre e mio fratello ad una giornata di corso di primo livello in cui venivano spiegate le basi di questa disciplina. Loro non hanno continuato, io, al contrario, mi sono appassionata tanto da iniziare giorno per giorno ad esercitarmi, cercando di realizzare cuoricini e foglioline, le figure classiche insegnate ai principianti. Successivamente ho partecipato alla Tirreno CT, la fiera della ristorazione che nel mese di Marzo si tiene presso il Carrara Fiere, dove ho conosciuto Chiara Bergonzi, campionessa italiana di latte art, e, vedendo le sue meravigliose creazioni, ho capito che quella era giusta strada da seguire. Ho preso parte anche ad un suo corso di durata giornaliera e devo dire che oltre ad essere stata un’esperienza unica da lei ho davvero tanto. E’ una passione che sto cercando di coltivare, richiede davvero molta manualità, tanto esercizio e soprattutto uno studio metodico, per questo ho deciso di prendere lo ’SCAE’ (Speciality Coffee Association of Europe), una certificazione europea rilasciata ai baristi che comprende lo studio e la conoscenza della lavorazione del caffè ‘di qualità’. Recentemente sono stata anche contatta da un’associazione, che ha visto le foto dei miei lavori su Facebook ed ha deciso di ingaggiarmi come insegnante“.
(Diletta al lavoro in un video tratto dal canale YouTube di ‘Luigi Manzo’)
Catturati dalla gioia e dalla passione con cui Diletta ci parla di se e della ‘latte art’, le chiediamo incuriositi di spiegarci come avviene questo processo “La lancia a vapore va messa a circa un centimetro sotto il livello del latte” risponde illustrando sapientemente il metodo di lavorazione dl latte “bisogna aprire la valvola del vapore al massimo facendo montare il latte e scendendo un pochino con il bricco. Arrivati alla temperatura di 45°-50°, io oramai non metto più il termometro perchè mi rendo conto da sola di che calore ha raggiunto il latte, non diamo più aria e facciamo girare il latte di modo che riesce ad amalgamarsi e a mangiare tutte le bolle che ha prodotto il riscaldamento. Se la procedura è stata eseguita correttamente si formerà una crema che dovrà essere lucida, liscia e compatta. Il tutto va unito con il caffè che deve essere altrettanto eccellente, in modo da fondersi con la crema per regalare al cliente un’esperienza di sapore e creatività”.
Soddisfatti e conteggiati dal sorriso gioioso di questa appassionata , riprendiamo il nostro viaggio verso la prossima storia…