La particolare situazione emotiva che vive il nostro Paese (e adesso il resto del mondo occidentale), le scelte comunicative poco felici di alcuni dirigenti dei massimi organismi continentali, l’euroscetticismo di un segmento degli italiani e il senso di colpa per certi atteggiamenti razzisti verso gli asiatici, hanno senza dubbio favorito il capovolgimento della percezione collettiva sulla Cina, passata dall’essere l’odiato responsabile e diffusore del virus, anche con le sue omissioni (ed è la verità), a “deus ex machina”, salvifico e filantropico (per l’invio di strumenti nella maggior parte dei casi acquistati dal nostro governo e non donati).
Se, tuttavia, a monte esiste una strategia comunicativa e propagandistica mirata (basata sul “soft power”) con la firma di Pechino, sarebbe interessante individuarne e conoscerne i diffusori e le sponde all’interno del nostro Paese e sapere se esista un canale diretto tra i due attori.
Approfondimento:
L’ingegneria della manipolazione
Soprattutto quando studiate ad arte, le “fake news” seguono una precisa catena di elaborazione e comando. Il manipolatore parte cioè da un’impasse in cui si trova il bersaglio, ne esamina le credenze e gli schemi socio-culturali e propone una soluzione, una verità alternativa. Si tratterà allora di “mal-informazione” e “disinformazione”, benché la ricerca di una exit strategy ad una iniziale mancanza di soluzioni sia tipica anche della “mis-informazione”, ovvero tutti noi possiamo creare e far prosperare una “fake news”, inavvertitamente*.
L’ingegneria della bufala”, volendo usare un’iperbole, è ben descritta da Fontana in questi 9 passaggi (che incudono l’azione disinformativa contro un target straniero nell’ambito dei conflitti ibridi):
-verificare le credenze in uso e mappare quelle dei propri pubblici
-indagare le strutture culturali dei gruppi sociali di riferimento e i prodotti informativi di cui fruiscono
-monitorare la situazione delle forze (geo)politiche in campo
-considerare le piattaforme mediatiche in uso che possono modificare messaggi chiave e credenze
-riconoscere e interpretare le differenti notizie inventate (fake design)
-definire quali percezioni far vivere da un punto di vista fisico, emotivo, mentale (perception management)
-identificare e far vivere le nuove narrative individuali e sociali (strategic story-work)
-definire le azioni pratiche di sense-making: le pratiche e i riti che generano significato in una comunità
-monitorare in progress i nuovi orientamenti di credenza e i fatti alternativi
*-mis-informazione (costruite dai singoli, involontariamente o con superficialità, magari per rispondere a bisogni inconsci)
-mal-informazione (la distorsione, la manipolazione e la strumentalizzazione dei fatti, anche reali, ad opera delle istituzioni, che cercano in questo modo di recuperare consenso e popolarità)
-disinformazione (il trarre in inganno deliberatamente, creando una realtà alternativa e fittizia